Firenze, 3 ottobre – Il regista catalano Albert Serra sarà ospite speciale della 65a edizione del Festival dei Popoli, la rassegna internazionale di cinema documentario più antica in Europa, a Firenze dal 2 al 10 novembre. Il cineasta porterà in prima italiana il suo “Tardes de Soledad” (7 novembre, ore 19, cinema La Compagnia), l’indagine sulla corrida spagnola basato sul ritratto del giovane e carismatico torero Andrés Roca Rey, premiato settimana scorsa con La Concha d’Oro al Festival del Cinema di San Sebastián, e sarà protagonista di una masterclass (5 novembre, ore 15, Strozzina, Palazzo Strozzi) che aprirà l’omaggio a lui dedicato, con alcuni dei suoi film più originali e mai visti prima in Italia. L’omaggio ad Albert Serra è organizzato in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi.
Tra i cineasti più noti del panorama contemporaneo, in quasi 20 anni di carriera Albert Serra si è mosso con eleganza tra il mondo del cinema e quello dell’arte contemporanea, con retrospettive dei suoi lavori alla Tate Modern di Londra e al Centre Pompidou di Parigi, e partecipazioni alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel. Dopo l’esordio con la personale rilettura del “Don Chisciotte” di Cervantes in Honor de Cavaleria (2006), ha conquistato attenzione a livello internazionale con il successivo El cant dels ocells (2008). Nel 2013 ha vinto il Pardo d’oro per História de la meva mort, nel 2019 al Festival di Cannes il Premio Speciale della Giuria nella sezione Un Certain Regard per Liberté, mentre il suo ultimo film Pacifiction – Un mondo sommerso del 2022 è stato distribuito con successo in tutto il mondo.
Al Festival dei Popoli presenterà in anteprima italiana Tardes de Soledad (Afternoons of Solitude), trionfatore al Festival di San Sebastian appena conclusosi. Il regista entra nell’arena per raccontare lo sfarzo e la brutalità della corrida in un documentario che ha per protagonista il giovane e carismatico torero Andrés Roca Rey. La vestizione, l’attesa, lo scontro, il silenzio che segue l’acclamazione: la solitudine del matador, ma anche quella del toro, e la morte che aleggia sovrana nel pomeriggio della corrida. “Il film è un’immersione ipnotica e sensoriale in uno degli spettacoli più atroci e violenti del nostro tempo” – ha dichiarato il direttore artistico Alessandro Stellino – “un rituale di violenza che contrappone la tecnica all’istinto, l’uomo all’animale. Una sfida, non ad armi pari, che oltre al brivido porta in primo piano la profonda dimensione di agonia del toro. Serra è un regista anticonvenzionale e il suo è un profilo d’artista fuori dal comune: autore colto, amante dell’arte, si è sempre interrogato sul senso della Storia e sulla persistenza degli archetipi, dotato di un alto senso del sacro ma anche di una profonda vena ironica. A Firenze sarà finalmente possibile vedere, oltre l’attesissimo documentario sulla corrida, alcune opere pensate per una circolazione diversa da quella della distribuzione canonica e che mostreremo in contesti originali e secondo modalità di fruizione di volta in volta differenti”.
La retrospettiva dedicata al regista si apre dunque con “The Names of Christ” (2010), che racconta in quattordici parti – tante quante sono le stazioni del martirio di Cristo – la battaglia per finanziare un film d’artista tra cinefilia, teologia, satira e ricerca poetica. Ci sarà poi “The Lord Worked Wonders in Me” (2011), documentario e film nel film in cui una parte della troupe di Honor de cavalleria raggiunge La Mancha alla ricerca delle reali ambientazioni delle gesta di Don Chisciotte, e infine “Roi Soleil” (2018), performance filmata presso la Graça Brandao Gallery di Lisbona nel 2017, in cui l’attore feticcio Lluís Serrat ha inscenato per sette giorni di fila l’agonia del Re Sole. Un compendio di opere rare e poco viste, per la prima volta raggruppate insieme a favore del pubblico del festival
Riceviamo e pubblichiamo integralmente