La class action, o azione collettiva, è uno strumento legale che consente a un gruppo di persone di unirsi per intentare un’unica causa contro un soggetto comune (azienda, ente o persona fisica) per violazioni che hanno causato danni diffusi. Questa pratica, consolidata in paesi come gli Stati Uniti, è stata introdotta in Italia nel 2010 e modificata nel 2020 per renderla più accessibile e garantire una tutela collettiva più efficace.
La class action permette a un insieme di individui, tutti vittime di un medesimo illecito, di unire le proprie forze per intraprendere un’azione legale collettiva, riducendo i costi processuali e rafforzando il peso della richiesta di risarcimento. Si utilizza soprattutto nei casi di danni da prodotti difettosi, pratiche commerciali scorrette o illeciti ambientali, ma può essere estesa anche ad altre tipologie di violazioni. Ecco cosa fare:
- Identificazione del danno comune: Il primo passo per avviare una class action è identificare un danno comune che un gruppo di persone ha subito da parte di un medesimo soggetto. Il danno deve essere concreto e misurabile, e deve riguardare una pluralità di individui.
- Rappresentante dei danneggiati: Il gruppo deve scegliere un rappresentante che farà da portavoce e gestirà l’azione legale in nome degli altri partecipanti. In Italia, questo ruolo può essere assunto anche da un’associazione a tutela dei consumatori.
- Presentazione del ricorso: La causa viene avviata tramite il deposito di un ricorso presso il tribunale competente. Il rappresentante dovrà esporre chiaramente la richiesta di risarcimento e dimostrare che ci sono tutti i presupposti per avviare l’azione collettiva.
- Fase di ammissibilità: Il tribunale dovrà decidere se la class action è ammissibile. In particolare, verificherà se ci sono i requisiti per considerare i danni subiti come omogenei e se è possibile trattare la questione collettivamente.
- Adesione alla class action: Una volta ammessa, viene dato un termine entro il quale tutti coloro che sono stati danneggiati possono aderire all’azione legale.
Bisogna sapere che avviare una class action in Italia non è gratuito, ma i costi possono essere suddivisi tra tutti i partecipanti, rendendoli molto più sostenibili rispetto a un’azione legale individuale.
- Spese legali: Il costo principale è legato agli onorari degli avvocati. In genere, nelle class action, gli avvocati possono chiedere una percentuale del risarcimento ottenuto, rendendo i costi più gestibili per i partecipanti.
- Contributo unificato: Per avviare una causa civile in Italia, è necessario versare un contributo unificato, il cui importo varia in base al valore della causa.
- Altri costi: Potrebbero esserci costi aggiuntivi per consulenze tecniche, perizie e notifiche.
In Italia, l’assistenza delle associazioni dei consumatori può ridurre ulteriormente i costi, poiché queste organizzazioni possono rappresentare i danneggiati senza richiedere onorari anticipati, ma trattenendo una percentuale sul risarcimento ottenuto.
Vantaggi:
- Condivisione dei costi: I costi legali e processuali sono distribuiti tra tutti i partecipanti.
- Forza collettiva: Un’azione collettiva ha un peso maggiore in tribunale rispetto a singole cause frammentate.
- Risarcimenti potenzialmente elevati: La class action può portare a risarcimenti significativi per i partecipanti, soprattutto in casi di danni gravi e diffusi.
Limiti:
- Tempi lunghi: Le class action possono richiedere tempi prolungati, soprattutto nella fase di ammissibilità.
- Non sempre ammissibile: Non tutte le cause possono essere trattate con una class action; è necessario che ci sia omogeneità tra i danni subiti dai partecipanti.
La class action è consigliabile quando il danno subito da ciascun partecipante è di entità relativamente piccola, ma il danno complessivo causato dall’illecito è significativo. In questi casi, l’unione delle forze permette di ottenere giustizia in modo più efficiente e con meno spese rispetto a cause individuali.