A cura di Borriello Anna
La deglobalizzazione è in corso, ma è un processo lento…
Nonostante tutti gli sforzi profusi dalle nazioni per aumentare le tensioni geopolitiche, le minacce di guerre e le barriere tariffarie e doganali, il commercio globale rimane solido.
La quantità di merci circolanti è quasi triplicata dal 1990 a oggi, passando da 4 miliardi a quasi 11 miliardi di tonnellate.
E l’80% di queste merci viene spostata giornalmente su navi cargo, che restano il mezzo di trasporto cardine per il commercio globale.
Infatti questo settore è cresciuto enormemente, tanto che dal 2013 a oggi la capacità della flotta mercantile mondiale è aumentata del 43%.
Tuttavia questo aumento non è avvenuto in modo lineare, in quanto il settore delle spedizioni marittime è altamente ciclico e tende ad attraversare fasi di espansione e crisi.
Infatti, nei momenti di espansione le compagnie tendono a ordinare molte più navi di quelle di cui hanno bisogno.
Ciò alla fine porta a una crisi, perché la capacità delle navi inonda il mercato, facendo crollare sia i prezzi per le spedizioni che le azioni delle compagnie in borsa. Al punto che alcune di queste finiscono in bancarotta.
Dopodiché, il ciclo ricomincia…
La buona notizia è che ci sono precisi indicatori per individuare l’andamento di questi cicli.
Per cominciare, il portafoglio ordini di queste società cargo mostra, in percentuale sulla quantità totale della flotta, quante nuove navi sono state ordinate dalle società di spedizioni.
Ciò vuol dire che, ad oggi, sono state ordinate circa nove nuove navi ogni 100 attualmente attive in acqua. Un decennio fa, il portafoglio ordini era vicino all’80% dell’intera flotta.
Il motivo è che, fino a poco tempo fa, i fondamentali nel settore delle spedizioni erano difficili. Molte aziende riuscivano a malapena a realizzare un profitto. Quindi non potevano ordinare nuove navi per sostituire le flotte esistenti.
Quando l’indice sale, significa che gli spedizionieri stanno guadagnando di più. Quando scende, di solito guadagnano meno… o addirittura sono in perdita.
In questo momento, l’indice, dopo il tracollo post covid, è in un trend rialzista.
Ciò vuol dire che le compagnie di navigazione, dopo anni di magra, iniziano a guadagnare di più e ben presto potrebbero aver bisogno di nuove navi.
Ora, l’offerta totale di navi cargo varia in base alla consegna di nuove navi e alla rimozione di quelle vecchie dalla flotta globale.
Dal momento che le navi cargo tendono a durare 20-30 anni, le compagnie di spedizione ritardano a ordinare nuove navi, soprattutto quando i loro margini di guadagno sono ancora bassi.
Se però la necessità di nuove navi inizia ad aumentare, ecco che tale ritardo inizia a influenzare negativamente la disponibilità totale delle navi.
Infatti, ora che il portafoglio ordini è basso (come visto nel primo grafico), le navi di nuova costruzione sono ancora poche e potrebbero non essere in grado di soddisfare un aumento della domanda, causando un deficit nella disponibilità totale delle navi, che a sua volta causa un aumento delle tariffe di spedizione.
L’aumento delle tariffe è il primo step della nuova fase espansiva del settore, perché anticipa gli aumenti delle entrate delle compagnie di spedizione.
Tuttavia, nonostante siamo già alle prime fasi di un nuovo ciclo, gli investitori non hanno ancora aperto molte posizioni nel settore. Quindi le quotazioni in borsa delle compagnie di navigazione sono ancora molto basse e rendono il settore molto interessante per chi ama investire in anticipo sulla massa e approfittare di un rapporto rischio/rendimento ancora molto sbilanciato verso il rendimento.
I gestori dei portafogli clienti di banche e istituti finanziari potrebbero iniziare a elaborare strategie di investimento in base a questa idea, mentre gli investitori individuali potrebbero rivolgersi ai loro consulenti per trovare i migliori strumenti per entrare nel settore.