19 Maggio 2024, domenica
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Short & Sweet, Martin Parr in mostra al Mudec 

A cura di Clara Sardella


Aperta fino al 30 giugno, l’esposizione presenta oltre 60 foto di uno dei fotografi britannici più affermati del nostro tempo


Ha aperto al pubblico negli spazi di MUDEC Photo di Milano “Short & Sweet” la mostra di Martin Parr, uno dei fotografi documentaristi britannici più affermati e riconosciuti del nostro tempo, che presenta in questa mostra oltre 60 fotografie selezionate appositamente per questo progetto.


Le immagini sono presentate insieme all’installazione “Common Sense”, una selezione di oltre 200 fotografie in formato A3, che offrono uno studio ravvicinato del consumo di massa e della cultura dello spreco. Completa il percorso un’intervista inedita a cura della storica e critica della fotografia Roberta Valtorta, che ripercorre la carriera di uno dei più famosi fotografi della nostra epoca.


Attraverso i suoi progetti più noti, Martin Parrdocumenta la società contemporanea occidentale, e in particolare europea, grazie a una cronaca fotografica tagliente, a volte ironica e a volte feroce, che ne mette in luce le pieghe più contraddittorie.

Il percorso espositivo si apre ‘in bianco e nero’, ovvero con “The Non Conformists”, la serie di immagini scattate dal 1975 al 1980 da un giovane e ispirato Parr, appena terminata la scuola d’arte. Per questo progetto, l’autore ha girato per cinque anni nelle periferie dello Yorkshire, documentando quotidianamente gli eventi a cui assisteva. Martin fotografa sia l’ambiente circostante che le vite dei colletti blu di operai, minatori, agricoltori, devoti, guardiacaccia, allevatori di piccioni, realizzando un documento storico e toccante.


Prima di approdare alle più conosciute serie a colori, la mostra prosegue con l’ultimo progetto in bianco e nero sviluppato da Parr, “Bad Weather”, realizzato tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. L’idea di Parr era quella di creare un lavoro incentrato su un’ossessione britannica: il tempo atmosferico. La serie unisce infatti espressioni e reazioni delle persone che vivono costantemente sopportando temperature pungenti e clima uggioso. 


Il primo progetto a colori di Parr è “The Last Resort” (1982-85), probabilmente il suo lavoro più famoso,reportage dal gusto ironico e amaro condotto dal fotografo sulle spiagge di Brighton, sobborgo balneare di Liverpool, nella metà degli anni ’80, ovvero in un periodo di profondo declino economico. Parr ritrae famiglie a basso reddito in vacanza, dando corpo a un reportage spietato e lucido sulla fine del mondo operaio e dei suoi valori, nonché sull’avvento di una nuova concezione consumistica della vita. 
Sullo stesso registro si mantiene l’installazione “Common Sense”, riedizione site-specific di un suo lavoro del 1999, che combina tutti gli elementi che hanno caratterizzato la fotografia di Parr negli anni Settanta e Ottanta. Parr eccelle qui nella rappresentazione del cattivo gusto e della volgarità, che riconosce e coglie con un sarcasmo senza precedenti, soprattutto grazie a una maniacale attenzione ai dettagli.

Negli anni Novanta lo sguardo di Martin Parr si rivolge al resto del mondo e allo strano universo del turismo di massa. La serie “Small World” (1989 – 2008) ci conduce infatti nei siti turistici più frequentati e famosi. In questa serie, il fotografo segue le orme del turista “medio” e tenta di rivelare la grande farsa del viaggio, che è, per la maggior parte delle persone, nient’altro che un’attività di svago, resa possibile solo di recente grazie alle compagnie aeree a basso costo.


Con la serie “Everybody Dance Now” (1986 -2018), Martin Parr unisce fotografia e danza. La serie è il frutto di una ricerca di oltre trent’anni che ha visto Parr – da San Paolo in Brasile alle isole scozzesi, tra il 1986 e il 2018 – immortalare diversi tipi di ballo, lezioni di aerobica, feste in ogni parte, danze del tè. Emerge dai suoi scatti una folle energia, che si manifesta senza riserve e pudori.


L’Inghilterra è sempre stata il soggetto preferito di Martin Parr. Le sue numerose serie fotografiche documentano cosa significa essere inglese oggi. Con la recente serie “Establishment” (2010 – 2016), l’artista prosegue il progetto di rappresentare, sempre a suo modo, l’establishment britannico. Ecco, dunque, i luoghi e i personaggi della politica, le sedi del potere, le università più famose: la ricerca mette crudamente in luce, come è tipico di Parr, le convenzioni sociali, i cliché, il modo di vestire, le ossessioni e le tradizioni che si riconoscono negli arredi e negli oggetti.


Si prosegue con un soggetto “classico” di Parr: la spiaggia. La serie “Life’s a Beach” (2013) mostra scatti provenienti dalle spiagge di tutto il mondo, in un caleidoscopio di corpi svestiti. La serie “Fashion”, infine, raccoglie immagini prodotte in Europa, negli Stati Uniti, in Africa e in Asia tra il 1999 e il 2019 per riviste di moda e in occasione di sfilate. Come sempre, al di là degli abiti, il suo interesse è per le persone, le loro espressioni e le loro manie.

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