2 Maggio 2024, giovedì
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Integratori per combattere l’influenza e covid: Il Virologo Giulio Tarro fa chiarezza

A cura di Ionela Polinciuc

Senza ombra di dubbio, gli acquisti di integratori alimentari mirati a rafforzare le difese immunitarie, nell’ultimo decennio, sono aumentati del 144% (dati Integratori & Salute) con picchi legati all’arrivo della stagione influenzale, ma non tutte le sostanze stimolano la risposta immunitaria potenziandola, soprattutto se l’assunzione non è accompagnata da stili di vita salutari, ma soprattutto non vanno intesi come sostitutivi dei vaccini antinfluenzale e anti-Covid. Al riguardo, abbiamo intervistato il virologo Dott. Giulio Tarro.

Dott. Tarro: Si parla molto degli integratori per combattere l’influenza e COVID, funzionano davvero?

«Per rispondere a questa domanda sono necessarie delle premesse e delle argomentazioni, partendo da alcuni concetti, tra l’altro al centro di alcune ricostruzioni giornalistiche negli scorsi mesi.

Esiste un famoso lavoro dell’esercito americano – sicuramente non una Predatory Publishers, come alcuni giornali definiscono certe riviste scientifiche di riconosciuta fama  che indica l’aumento del rischio di contrarre il coronavirus del 36% nei soggetti che hanno effettuato il vaccino antinfluenzale. Interessante è anche uno studio della scuola olandese, pubblicato nel 2008, su un’epidemia da pneumococco e da meningococco attivata dal virus dell’influenza e dal virus respiratorio sinciziale.

La situazione è molto complessa e va analizzata e risolta sul piano scientifico, non con i numeri che ci vengono dati. E nemmeno basandoci su dichiarazioni scientifiche che non approfondiscono un problema sollevato e che necessita di uno studio, il prima possibile.

A Bergamo, il vero epicentro dell’emergenza come sottolineato da più parti, dove si è verificato qualcosa di ingestibile e che francamente ha stupito anche me, che mi trovo a lavorare con epidemie da decenni, c’è stata una richiesta di ben 185mila dosi di antinfluenzale. In concomitanza c’è stata un’endemia da meningococco per cui sono state richieste 34mila dosi a Brescia. Tutti questi eventi sono sicuramente importanti, specialmente se messi a confronto con quello studio dell’esercito americano e quello olandese sul virus respiratorio sinciziale.

Quindi rivelo ed evidenzio che ci sono con molta probabilità delle associazioni da studiare, indipendentemente dal rapporto cause ed effetto.

L’interruzione dei voli diretti con la Cina, senza controllare gli arrivi indiretti attraverso altri scali hanno reso possibile aggirare il divieto. A tutto questo si aggiunge lo sfascio del nostro Sistema Sanitario Nazionale: dal 1997 al 2015 sono stati ridotti del 51% i posti letto delle terapie intensive. A gennaio quando si è saputo dell’epidemia in Cina, l’Italia non ha fatto nulla. La Francia – che non aveva nel tempo ridotto le terapie intensive – a inizio anno si è preparata e le ha raddoppiate. Noi no, siamo arrivati tardi. Sarebbe stato opportuno per esempio pensare per tempo a un raddoppio dei reparti di terapia intensiva.

La Spagnola, al contrario del Covid19, era un virus influenzale che arrivava in un periodo, quello della Prima Guerra Mondiale, di per sé già drammatico – con persone denutrite e in condizioni di igiene e salute molto precarie – che nella seconda ondata, colpì soprattutto i giovani e risparmiò in gran parte gli anziani, già immunizzati perché avevano maturato gli anticorpi di virus precedenti.

Il Covid19, al contrario, è un virus che è meno aggressivo sui giovani e sui bambini. I casi di polmoniti interstiziali e trombo-embolici polmonari registrati sono soprattutto su soggetti anziani e con patologie pregresse.

In base ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità di cartelle cliniche relative ad esami autoptici eseguiti su presunte vittime da Covid19 abbiamo che in 909 casi solo 19 sono da attribuirsi come causa diretta e reale al Sars-CoV2. Sottolineo che col tempo, rispetto alle analisi iniziali, dove vi era un’attenta analisi delle cartelle cliniche dei pazienti, si è forse fatto confusione tra persone con coronavirus e persone morte di coronavirus».

Bisogna considerare che oltre il 99% delle persone che vengono contagiate dalla malattia guariscono ed i loro anticorpi neutralizzano il virus e possono pertanto essere utilizzati per i contagiati più gravi.

Come prevenzione si suggerisce quanto già conosciamo per raffreddore ed influenza: frequente ed approfondito lavaggio delle mani e del viso, coprirsi con il gomito da tosse e starnuti, stare a casa se ammalati, richiedendo l’immediato intervento sanitario se intervengono difficoltà respiratorie.

Oggi l’ansia di una intera popolazione si sta concentrando su come tenersi alla larga da questo maledetto virus.

Se non ci ammaliamo è grazie al nostro sistema immunitario il quale può essere compromesso, – oltre che da una inadeguata alimentazione e da uno sbagliato stile di vita – dallo stress, che può nascere anche dall’attenzione verso le “notizie” sul Coronavirus regalataci da web e TV.

Le vitamine sono un nostro alleato, non solo per combattere il Covid19. La vitamina C potenzia il sistema immunitario e non deve mancare».

Quanto possono essere utili gli integratori ed in che misura?

Ci occupiamo ormai dell’inizio dell’epidemia italiana di suggerire come profilassi la vitamina C e D, lattoferrina, e nel caso di contatto con paziente positivo, anche l’idrossiclorochina.

Per quanto riguarda la vitamina C servono due o tre grammi al giorno.

La vitamina D può essere dosata a 10.000 U.I., 20 gocce due volte a settimana.

La lattoferrina è una glicoproteina ad azione antimicrobica e ferro-trasportatrice.

La quercetina è un flavonoide ubiquitario presente in una grande varietà di frutti (mele, uva, olive, agrumi, frutti di bosco), verdure (pomodori, cipolle, broccoli, capperi), bevande (tè e vino rosso) ed estratti erboristici.

È preferibile usare l’aspirina al posto della tachipirina per la febbre.

Le vitamine B6 e B12, il rame ed il folato contribuiscono alla normale funzione del sistema immunitario. Le vitamine B2, C, E ed il rame contribuiscono alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Altre vitamine del gruppo B sono la riboflavina (B2), la piridossina cloridrato (B6), la tiamina mononitrato (B1), la ciano cobalamina (B12) e l’acido pteroil-monoglutammico (folato).

Ovviamente gli integratori non sono sostituti di una dieta varia ed equilibrata, associata ad uno stile di vita fisiologico.

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