A cura di Giovanni De Ficchy
Lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil il 17 novembre 2023 contro la legge di bilancio del governo Meloni è a rischio precettazione.
Il Ministro Salvini lo ha reso noto già da giorni, ed anche il garante dello sciopero, ha protestato.
Per il garante la delibera rileva come nei settori interessati dalla protesta siano già stati proclamati altri scioperi in date vicine.
La commissione di Garanzia ha convocato per lunedì prossimo Cgil e Uil per un’audizione in riferimento alle richieste contenute nella delibera.
la Commissione di Garanzia nell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali , inoltre ha chiesto alle sigle sindacali di escludere dallo stop «i settori dei trasporto aereo e dell’igiene ambientale» e rimodulare l’orario dell’astensione «in base alle fasce orarie previste dai singoli settori, quello dei vigili del fuoco e del trasporto pubblico locale e ferroviario».
Il 24 novembre è infatti prevista una protesta della Flai del personale delle società di handling del trasporto aereo; nella stessa data è stata inoltre organizzata una manifestazione – indetta da Cobas e Cub – per il settore dell’igiene ambientale.
A mio parere con questi sindacati che “fanno politica”, il paese è sull’orlo di una brutta china.
Facciamo presente che la Cisl, non ha aderito a questa ondata di scioperi, e per dirla con il Ius-lavorista Prof. Ichino che in un’intervista al Corriere della Sera parla di un comportamento sindacale che «sta svuotando il significato dello strumento di lotta».
Perché ormai è diventato «una routine, come lo sciopero dei trasporti il venerdì.
Che è connotato anche da una certa dose di opportunismo. Collocandosi al venerdì mira ad avvalersi dell’adesione opportunistica di chi vi partecipa solo per aggiungere un giorno di vacanza».
E aggiunge di applicare un’altra regola che esiste già: «Quella che obbliga tutte le parti, imprenditori, sindacati e lavoratori, a preavvertire gli utenti di ciò che funzionerà e ciò che non funzionerà durante lo sciopero.
Oggi i lavoratori del settore vengono indebitamente esonerati dal dichiarare, con l’anticipo previsto dalla legge, la propria adesione».