4 Ottobre 2024, venerdì
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Cinema, l’epopea dei migranti italiani nel film animato “Manodopera”

A cura di Carla Cavicchini
All’Astra il film pluripremiato dove il regista francese Ughetto racconta la storia dei suoi nonni emigranti italiani

Sulle tracce dei suoi nonni emigranti dall’Italia alla Francia per scoprire la propria storia familiare e un pezzo di storia d’Italia. E’ il film d’animazione “Manodopera” del regista italo francese Alain Ughetto, che arriva in anteprima toscana al cinema Astra di piazza Beccaria sabato 2 settembre alle 21, alla presenza del regista (il film resterà in sala all’Astra anche nei giorni successivi).

La storia inizia in Piemonte, all’inizio del Novecento. La speranza di una vita migliore spinge Luigi Ughetto e sua moglie Cesira a varcare le Alpi e a trasferirsi con tutta la famiglia in Francia. Il regista Alain Ughetto, nipote, ripercorre la storia familiare in un dialogo affettuoso con la marionetta di nonna Cesira, che con il suo racconto fresco e poetico della vita sofferta e romanzesca degli emigranti di ogni tempo avvolge lo spettatore. Il viaggio dei nonni del regista è lungo e faticoso, devono attraversare a piedi le Alpi sotto la neve e in pieno inverno ma sono motivati dall’idea di trovare un’esistenza migliore. Quello che trovano è una vita fatta di grandi sacrifici, lavori di bassa manovalanza e razzismo nei confronti degli Italiani. Sulle porte dei locali sono spesso appesi cartelli che vietano l’ingresso a cani e italiani. Ma loro tengono duro, mandano i figli a scuola, attraversano la Prima Guerra Mondiale, l’influenza spagnola e l’avvento del fascismo.

Il film, le cui musiche sono del premio Oscar Nicola Piovani, ha vinto il premio come miglior film d’animazione agli European Film Awards 2022 e il premio giuria al festival international du film d’animation di Annecy 2022, oltre ad aver ricevuto un’ottima accoglienza al 75esimo festival di Locarno.

Il film è stato realizzato negli studios di Vivement Lundi!,a Rennes, dove sono stati costruiti i personaggi del film sotto forma di pupazzi animati. Così Cesira ha assunto le sembianze di quel pupazzo alto 23 cm che vediamo nel film. Rispondendo alle domande del regista nipote, ha raccontato la sua storia, la sua vita in Italia, il suo incontro con Luigi, il fallimento del viaggio in America e la ragione per cui scelsero la Francia…

“Nella mia famiglia – ha detto il regista – quando eravamo seduti a tavola, mio padre raccontava sempre che in Italia, in Piemonte, c’era un paese chiamato Ughettera, dove tutti gli abitanti si chiamavano Ughetto, come noi. Quando mio padre morì, decisi di andare a controllare. Esisteva davvero: Ughettera, la terra degli Ughetto! La mia ricerca iniziò quel giorno di nove anni fa e, con essa, nacque anche la storia di questo film”. E poi: “Durante il mio viaggio ad Ughettera, ho raccolto alcuni oggetti legati alla vita quotidiana dei miei antenati: carbonella, broccoli, castagne… Tornato nel mio atelier, ho usato questo bottino per dare vita ad un mondo in miniatura: i broccoli sono diventati alberi, la carbonella si è trasformata in montagne, le zollette di zucchero in mattoni… Con l’aiuto di Jean-Marc Ogier e la sua squadra, abbiamo ricostruito quel mondo scomparso”.

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