27 Aprile 2024, sabato
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Avv. Antonio Caiafa fa chiarezza sul femminicidio

A cura di Ionela Polinciuc

I numeri crescono, nonostante le leggi, gli interventi, l’attenzione politica e mediatica. E sono numeri di donne uccise per mano di partner o ex partner, di donne che subiscono violenza e nella maggior parte dei casi non denunciano, non chiedono aiuto. E, se lo fanno, troppo spesso ancora oggi non trovano una risposta adeguata. Cosa stiamo sbagliando negli interventi per combattere la violenza maschile sulle donne? Abbiamo intervistato l’Avv. Antonio Caiafa, per cercare di capire meglio questo fenomeno che purtroppo è sempre in aumento

Avv. Caiafa: femminicidio, impulsività e violenza. Cosa fa lo stato?

Guardi, lo Stato devo dire che ha messo in campo una serie di iniziative al fine di combattere questo fenomeno. Un fenomeno che io prenderei in considerazione in relazione ad altri, ed intendo fare riferimento al bullismo.

Parliamo, in quest’ultimo caso, di un fenomeno per il quale la collettività deve essere maggiormente sensibilizzata e che necessita della introduzione di strumenti di tutela in grado di offrire, da un lato, protezione al minore che ne è vittima e, dall’altro, regolamentare le diverse forme di responsabilità.

Femminicidio e bullismo ci ricordano ogni giorno che le donne ed i ragazzi giovani non sono adeguatamente protetti e tutelati, laddove proprio le donne sono il perno della società ed i ragazzi sono il futuro. Ragazzi molto spesso ignorati o viziati dai genitori che vivono per prevaricazione, con la prepotenza, proiettati solo alla dimostrazione del più forte, anche con le ragazze.

Impulsività e violenza rientrano nella logica della prevaricazione e del più forte, che permea la società della solitudine e del silenzio, della mancanza di ascolto degli altri, di comunicazione, di condivisione.

Si tratta di fenomeni che vanno dunque maggiormente attenzionati.

Secondo Lei dopo il Covid in tanti si sono impazziti? Considerando che sempre più femminicidi vengono giustificati con: “ho perso la testa”?

Non si può dire che le persone siano impazzite, il Covid in realtà ha fatto emergere la verità. Dalle promesse che tali sono rimaste, che ci si sarebbe aiutati reciprocamente, prevalendo allora la paura, in un batter d’ali si e’ accentuata la logica della prevaricazione con sempre maggiore cattiveria, o meglio um fondo di rabbia, con una voglia di riscatto nei confronti di due anni di vita sottratti.

Quando al femminicidio da convivenza quotidiana ininterrotta nello stesso ambiente, e’ stato causato dalla compressione eccessiva fattuale nell’ambito di coppie già in uno stato di disaffezione e difficoltà.

Lo Stato è intervenuto con l’articolo 612 bis del codice penale che, per l’appunto, prende in considerazione lo stalking che, così come il femminicidio, che spesso ne costituisce l’ultimo atto, e’caratterizzato dalla forte presenza di una alterazione nel rapporto all’interno della coppia. 

Al secondo e terzo comma della disposizione citata, sono state introdotte due circostanze aggravanti: la prima per l’ipotesi in cui il fatto venga commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da un soggetto che in passato è stato legato alla persona offesa da una relazione affettiva, ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici; la seconda ipotesi qualora gli atti persecutori vengano commessi ai danni di soggetti più deboli, quali minori, donne in stato di gravidanza o persone disabili e nel caso in cui le modalità di commissione del fatto appaiano pericolose per l’incolumità della vittima o idonee ad accrescere l’effetto intimidatorio sulla stessa.

I segnali d’allarme che dobbiamo cogliere per evitare un eventuale pericolo?

Bisognerebbe sensibilizzare maggiormente sul punto, perché la denuncia immediata e’ il primo segnale, e deve essere sporta con coraggio e tempestivamente, garantendo tutela adeguata al soggetto debole.

A livello sociale lo Stato potrebbe, tramite Associazioni appositamente create, prevenire il fenomeno attraverso il dialogo che nel corso degli incontri si svilupperebbe. 

Perché, a pensarci bene, tutti questi fenomeni sono frutto della solitudine di ognuno e della mancanza di dialogo, proprie di una società in cui vince l’individuo più forte e più prepotente

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