28 Aprile 2024, domenica
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L’attuale situazione del sistema scolastico italiano

A cura del Prof. Sabatino D’Agostino 

Qualche settimana fa è stato siglato, tra governo e sindacati, il nuovo contratto dei lavoratori della scuola : 124 euro lordi medi mensili per ciascun docente, circa 1100 euro netti all’ anno in più in busta paga, nulla di epocale o storico, come si sono affrettati a dire i ministri del nuovo governo, ma sempre meglio di niente. Finora il più ricco contratto della scuola è stato firmato, nel 1988, dall’ allora ministro della funzione pubblica, Cirino Pomicino. In 35 anni le cose sono cambiate? In meglio o in peggio?  

Il sistema dell’istruzione italiana, in questi 7 lustri, ha subito numerose riforme e trasformazioni e, soprattutto, sono molto diversi i tre principali attori della scuola, docenti, studenti, genitori.

Internet e social sono divenuti protagonisti della conoscenza: fin da piccoli i nostri figli hanno in mano i cellulari, divenuti invadente forma di primario approccio alle informazioni di qualsiasi tipo. Anche i genitori, non sanno o non vogliono essere determinanti nell’educazione della prole.

Tutto questo crea problemi per la formazione delle giovani generazioni. Tuttavia, ciò che è certo è che la strada più sicura ed efficace per il sapere è ancora una sola: studiare.

Già, ma come?

Già, ma cosa?

50 anni fa, mamma e papà decidevano a quale scuola iscrivere il proprio pargolo e per il ragazzino non c’erano altre strade: doveva seguire assiduamente le lezioni, ascoltare gli insegnanti, aprire i libri a casa e cercare di fare i compiti. Neanche sapeva perché studiasse certe cose in quella scuola: doveva farlo e basta, altrimenti lo aspettava una sonora bocciatura, che i genitori assolutamente non contestavano.

Oggi, gli adulti fanno vivere i propri figli sotto una campana di vetro, li fanno crescere poco autonomi e. quindi, fragili, incapaci di affrontare da soli le difficoltà e di operare scelte consapevoli, sono sempre pronti a trovare per loro facili scorciatoie. In questi giorni, il Ministero ha scoperto che tra le scuole paritarie esistono veri e propri   diplomifici, cui i genitori ricorrono per “facilitare” gli studi dei figli: si tratta di un problema vecchio, che i mancati controlli ispettivi del dicastero hanno consentito negli ultimi anni crescesse ulteriormente.

Milioni di ragazzi, comunque, affrontano studi che durano almeno tredici anni. Mancano, soprattutto al Sud, gli asili:  una carenza che limita lo sviluppo di intere aree meridionali e impedisce a molte donne di lavorare. Pare che il PNRR vi porrà un parziale rimedio. Dopo la riforma del 1955, la scuola elementare è stata, per decenni, il fiore all’occhiello dell’istruzione italiana; oggi, sembra anch’essa in affanno. La scuola media o secondaria di primo grado, riformata nel 1963, è né carne né pesce: non a caso, la riforma Berlinguer cercò di ridurne la durata, senza successo. Resta lì, schiacciata tra primaria e secondaria di secondo grado, senza una sua precisa missione, cosa che ne sminuisce l’efficacia educativa e formativa.

In tutta l’Europa i ragazzi escono dalle scuole a 18 anni. I nostri ci mettono un anno in più e ciò li svantaggia sul mercato del lavoro. La soluzione, errata, è stata ridurre a 4 gli anni di studio alla secondaria o accorciare i percorsi universitari. I risultati di molte di queste operazioni sono sotto gli occhi di tutti, in termini di preparazione e competenze acquisite dei nostri giovani.

Ciononostante, resta importante studiare e farlo al meglio possibile. Ma i ragazzi di oggi vanno motivati allo studio, appassionati ai vari aspetti del sapere e a questo gli insegnanti non sembrano ancora pienamente preparati. Tanti ancora non riescono ad uscire dal circolo vizioso lezione, compiti a casa, interrogazione: I giovani vanno motivati, stimolati, incuriositi, resi protagonisti della ricerca del sapere. Molti, docenti, alunni, genitori sono legati al voto, a quel numeretto o a quella lettera che dovrebbe certificare chissà cosa. La passione per la conoscenza si affievolisce in insegnanti ed allievi, davanti al totem del voto.

Eppure, almeno nei licei, la preparazione risulta ancora adeguata. Sempre maggiori difficoltà, invece, si riscontrano nell’istruzione tecnica e professionale, dove i livelli medi si abbassano; inoltre, in Italia non è ancora diffuso un sistema di specializzazione post-diploma, che, per esempio come accade in Germania, per l’istruzione superiore tecnica, è in grado di fornire alle imprese personale già molto qualificato.

Questo porta al sovraffollamento di alcune facoltà universitarie, per scelte poco informate dell’utenza, mentre alcune altre sono quasi deserte, soprattutto quelle scientifiche e tecniche, con la conseguente carenza di professionisti in alcuni settori vitali del mondo del lavoro e dell’economia. Il nuovo ministro propone di potenziare il servizio di orientamento, migliorandolo e aumentandone gli addetti.

Di nuovo sta calando il numero di iscrizioni all’Università, di nuovo sta scendendo la quantità di laureati, tra le più basse in Europa: Ma poi: i ragazzi più preparati che escono dai nostri atenei emigrano all’estero, dove trovano condizioni di lavoro, di ricerca, di reddito senz’altro migliori.

Come si vede, la situazione è complessa e non ha facili soluzioni.

Quindi, studiare sì, ma cosa e come? I ragazzi vanno motivati allo studio, i docenti vanno resi ancor più specialisti delle loro discipline, altrimenti non possono selezionare quei saperi che suscitino interesse e passione nei loro discepoli, il sistema scuola va modernizzato, per esempio non basandolo più sulle classi di età, ma sui livelli di apprendimento.

E non dimentichiamo che sul sistema scuola incombe il problema della denatalità, che sta diventando drammaticamente evidente al Sud, persino in Campania, e che ha, come conseguenza, il decremento demografico e lo spopolamento di intere aree del Paese.

Intanto, già dall’anno prossimo, in Campania, un centinaio di istituti scolastici scompariranno, proprio a causa del calo delle iscrizioni. 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                

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