19 Maggio 2024, domenica
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Musei Civici “Gian Giacomo Galletti”

Musei Civici “Gian Giacomo Galletti”
in Palazzo San Francesco
a Domodossola
 
invitano alla
mostra GRAN TEATRO
DELLA LUCE
Tra Tiziano e Renoir

 
A cura di Antonio D’Amico e Federico Troletti

GIOVEDÌ 20 LUGLIO 2023
ORE 12,00
Cappella Mellerio
Piazza Rovereto 1, Domodossola

A seguire visita in anteprima della mostra con i curatori
ai Musei Civici “Gian Giacomo Galletti”.

RSVP  press@salvanelli.it

Tornano le grandi mostre ai Musei civici “Gian Giacomo Galletti” in Palazzo
San Francesco a Domodossola con un’esposizione dedicata alla luce nell’arte
tra Seicento e Novecento, un percorso che dal lume di candela arriva alla
rivoluzione della luce elettrica.
 
Tiziano, Van Dyck, Ippolito Caffi, Gaetano Previati e Renoir sono solo alcuni
dei grandi nomi degli artisti in mostra che dal 21 luglio 2023 al 7 gennaio 2024
prenderanno parte a questo viaggio che, grazie anche alla preziosa
collaborazione di Enel Green Power, intende omaggiare la Val d’Ossola e il
suo unico potenziale idroelettrico.

Il gran teatro della luce è il titolo della nuova mostra dei Musei civici “Gian Giacomo Galletti” in
Palazzo San Francesco a Domodossola, curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti, con il
patrocinio della Regione Piemonte e realizzata dal Comune di Domodossola insieme alla
rinnovata collaborazione con la Fondazione Angela Paola Ruminelli e il Museo Bagatti
Valsecchi di Milano.
 
La luce è la protagonista indiscussa di questa esposizione, ricercata e analizzata nelle diverse
declinazioni che nei secoli gli artisti, tra l’Italia e le Fiandre e tra il Seicento e il Novecento,
hanno immortalato sulla tela: una luce che è anche testimone dello scorrere del tempo e che
viene indagata nella sua portata tecnologica, viaggiando tra rappresentazioni di paesaggi e

visioni a lume di candela fino ad arrivare alla luce elettrica, l’artificio luminoso che proprio
nella Val d’Ossola trova la sua consacrazione in quanto territorio ideale per la costruzione
delle centrali idroelettriche.
 
Sono quarantacinque le opere in mostra, di cui 13 sono un eccezionale prestito di Banco
BPM, che si snodano all’interno delle navate di Palazzo San Francesco in un allestimento
pensato e realizzato dall’architetto e light designer Matteo Fiorini di Studio Lys; un innovativo
percorso luminoso che utilizza anche i materiali dell’Ossola, come la pietra di serizzo, e che
accompagna il visitatore in una ‘meditazione’ guidata per gli occhi e per la mente,
consentendogli di immergersi in una quinta scenica dove la luce fa da padrona.
 
Nella prima sezione si incontrano i dipinti “a lume di candela”, affascinanti scene di genere
dove l’attenzione è direzionata sulla resa della fonte luminosa sprigionata dalle candele o dai
tizzoni. Una ricerca questa che ha attraversato i secoli ed è così che le raffinate tele di artisti
seicenteschi fiamminghi come Gherardo delle Notti, Adam de Coster e Trophime Bigot
dialogano con il sorprendente Contadino che accende una candela con un tizzone ardente,
realizzato da Angelo Inganni nel 1850 e proveniente dalla collezione della Fondazione
Cariplo, ma anche con una silente Natura morta di Giorgio de Chirico che restituisce un valore
simbolico della luce nel Novecento.
 
Cuore della mostra è l’artificio teatrale della luce che viene esaltata da artisti che sono
protagonisti assoluti della scena sacra tra fine Cinquecento e Ottocento, intensificando i
sentimenti e il pathos delle storie che vengono narrate. Si potrà ammirare, tra gli altri,
l’intenso Cristo morto sorretto dagli angeli di Paolo Piazza, uno dei capolavori che giungono
dalla collezione di Banco BPM, il suggestivo e struggente capolavoro della Deposizione di
Cristo nel sepolcro di Tiziano proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e, tra gli
altri, il caravaggesco Cristo alla colonna di Mattia Preti di collezione privata. Il percorso
continua con la sezione dedicata alla luce nella natura, soprattutto nel paesaggio lacustre e
montano, dove si evidenziano le varie fasi della giornata e l’alternarsi delle stagioni
ammirando opere di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi, Domenico Induno e Angelo
Morbelli e si trovano anche grandi tele dedicate al paesaggio ossolano, esposte per la prima
volta, in cui i riflessi dell’acqua riproducono le luci tipiche della vallata. Questa sezione si
arricchisce di due capolavori: l’affascinante Panni al sole, uno dei più importanti dipinti
divisionisti di Pellizza da Volpedo, custodito in collezione privata, e Le lavandaie a Cagnes di
Pierre-Auguste Renoir; si svelano agli occhi dei visitatori due opere della storia dell’arte
italiana ed europea che restituiscono il valore della luce naturale in maniera sorprendente.
 
Proseguendo è possibile riscoprire la valenza evocativa della luce in un gruppo di opere
dell’Ottocento e del Novecento: una luce drammatica, come quella che emana La morte di
Cleopatra, dipinta da Achille Glisenti e custodita ai Musei Civici di Brescia, una luce portavoce
di emozioni visibile nelle tele di Gaetano Previati, Giovanni Sottocornola e Giuseppe
Mascarini, ma anche una luce dai significati reconditi come quella che si incontra, ad
esempio, in Soccorso ad un rovescio di fortuna di Giuseppe Molteni. La luce plasma i corpi
esaltandone le fattezze tra carnalità e spiritualità.
 
Una sezione dell’esposizione è infine dedicata alle conquiste tecnologiche più rivoluzionarie
per la storia dell’uomo e che celebra così anche la storia della Val d’Ossola. In questo
territorio, ideale per la costruzione delle centrali idroelettriche, sono nate alcune tra le centrali
più belle e produttive, dei veri e propri gioielli di architettura del Novecento che rivivono nel
materiale d’archivio di Enel Green Power. Rarissime fotografie retroilluminate, piccoli
macchinari, un plastico in lamelle di legno permettono di ricostruire la storia di questi edifici
così importanti per l’Ossola e per la produzione energetica del Paese.
 
Il gran teatro della luce è una mostra che presenta capolavori rari, difficilmente visibili al
grande pubblico e che intende avvicinare i visitatori a una narrazione per immagini lontane tra
loro nel tempo evidenziando il cambiamento dell’uso della luce, la sua diversa resa tecnica,
ma anche come il suo valore si sia evoluto nelle varie epoche; un viaggio nel tempo e nello
spazio, alla scoperta delle infinite declinazioni della luce che non smettono mai di coinvolgere
e incantare l’uomo.
 
La mostra è realizzata grazie al sostegno di Findomo, Palissandro Marmi – Gruppo Tosco
Marmi, Ultravox, Enel Green Power, Domocentro by Spinella & Tamini, Colorificio VR, Mac
Impianti, Studio Specialistico ABC, Adi – International Chips.

Maria Chiara Salvanelli Press Office & Communication
cell + 39 3334580190 –  mariachiara@salvanelli.it

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