19 Aprile 2024, venerdì
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Affitti e studenti a Roma

A cura di Illiano Sandra

Fino a 650 euro per una stanza singola, di solito anche 500 euro, bollette escluse: a Roma il caro affitti è il primo esame da superare per gli universitari. Spesso il più duro. Per questo alcuni studenti di Sinistra Universitaria da tre giorni dormono sotto la pioggia nelle tende a igloo montate nel cortile di fronte al Rettorato dell’Università La Sapienza, proprio davanti alla statua della Minerva. E non andranno via presto. L’obiettivo infatti è “rimanere qui finché la Regione non istituirà un tavolo tecnico sull’emergenza affitti”. 
I ragazzi hanno già avuto un incontro, positivo, con la rettrice Antonella Polimeni, a cui hanno chiesto di fare da tramite per un incontro con la Regione Lazio. E nel pomeriggio, ieri, ha fatto loro visita anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Per gli studenti questa è stata una prima vittoria oltre che  l’occasione per ribadire al primo cittadino il no senza appello alla costruzione di altri studentati privati. Hanno poi chiesto anche a lui di farsi promotore del tavolo con il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l’assessore all’Università, Giuseppe Schiboni. Una cosa è certa, hanno detto: “finché non ci sarà l’incontro, noi resteremo qui”. 

Otto tende, che poi sono diventate dodici, piantate sulla scia della protesta di Ilaria Lamera, studentessa del Politecnico di Milano che non riesce a pagare un affitto in città e per protesta ha deciso di montare la propria tenda nel cortile dell’ateneo milanese. 

«Cercheremo di resistere il più possibile – dice Mirko, di Sinistra Universitaria, fresco di 30 e lode dopo una notte passata qui nelle tende – questo problema è nazionale e quindi noi vorremmo che ci fossero iniziative simili anche altrove. Però qui vogliamo aprire un tavolo con la Regione perché ci sembra il soggetto più facile da raggiungere ed anche quello che potrebbe impattare di più sulla nostra situazione». 

Il caro affitti per i 40mila studenti fuorisede, non ha una geografia precisa perché le grandi università sono sei, dislocate un pò ovunque. Ci sono però delle certezze: chi cerca una stanza sa bene che San Lorenzo, Piazza Bologna, ma anche la Nomentana e viale Ippocrate (i quartieri a ridosso all’Ateneo principale, La Sapienza) sono tradizionalmente le zone off limits se si ha un budget ridotto: «studiare vicino all’università pagando un affitto economico è impossibile – spiega infatti Miriam, alla sua seconda notte in tenda – perché qui intorno i prezzi delle case oscillano dai 450 euro fino a 650 euro, bollette escluse». Il quartiere San Giovanni, a detta degli studenti, era un’isola felice fino a prima del Covid: ma ora i prezzi sono alle stelle anche lì. E quindi bisogna ingegnarsi. Miriam per esempio è fortunata: “

abito a Roma70, un’area urbana al Laurentino, e pago un affitto simbolico ad una mia amica che ha ereditato una casa». Ma il rovescio della medaglia, per chi è costretto a trovare soluzioni decentrate – e a sentire i ragazzi sono in tanti – sono i trasporti: «per arrivare a lezione alle 8 a volte impiego anche un’ora e mezzo”.

Si sceglie in base al prezzo, alla vicinanza ma anche in base alla stanza: “per paradosso 350 euro possono sembrare anche pochi a Roma, ma devi condividere la stanza con una persona che non conosci – continua Miriam – ci sono ragazzi che pagano cifre esorbitanti e poi hanno un bagno in cinque o non hanno un posto per studiare. Diciamo che queste cose non aiutano il percorso di studi”. 

Le esperienze sono tante, e gli studenti hanno voglia di raccontarle. “Il caro affitto è un bel problema,  ma guardi che poi bisogna calcolare anche la registrazione del contratto, le bollette, le spese accessorie e quelle per la vita, come fare la spesa. Insomma, i costi lievitano” racconta invece Norma di “Cambiare Rotta”, che chiede un reddito studentesco:  «più o meno il problema è uguale in tutte le zone, perché il prezzo è fissato dal proprietario e perché la gestione è completamente privata”. 

“Per quanto riguarda La Sapienza – ha poi fatto sapere la rettrice Antonella Polimeni – aumenteremo i posti letto con 400 unità in più nelle residenze per i fuori sede: la prossima sarà inaugurata il 15 giugno prossimo. Ci sono poi delle misure volte a cofinanziare i ragazzi: dall’inizio del mio mandato sono stati promulgati bandi nel 2021 – per 500mila euro- nel 2022 – per altri 500mila euro-  ed ora sta per partire il terzo bando, quello del 2023. Poi c’è tutto il tema più grande, quello del Pnrr che destina risorse ingenti per le residenze universitarie, in base al quale i posti letti, a livello nazionale dovrebbero più che raddoppiare”. 

Secondo i dati pubblicati da DiSco Lazio, l’ente regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza, il 2 maggio scorso «nel rispetto della graduatoria sono state dichiarate vincitrici di posto alloggio (nelle residenze studentesche, ndr)  2159 persone». I posti a disposizione per tutto il Lazio attualmente sono 2.800. Secondo gli ultimi dati, La Sapienza conta 107.342 studenti, ma a Roma la popolazione universitaria conta complessivamente circa 200.000 unità.

“Basta affitti insostenibili”, c’è scritto su uno striscione posto davanti alle tende. Piove e la tela è zuppa, vinta dall’acqua. “Stanotte saremo ancora qui”, dice Miriam.   

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