Innanzitutto, bisogna sapere che lo stalking è, purtroppo, un reato molto diffuso, commesso soprattutto da persone che sono state unite sentimentalmente alle vittime. È il classico caso dell’uomo che comincia a perseguitare l’ex compagna, pedinandola e telefonandole di notte.
Possiamo dire che le investigazioni da parte delle autorità cominciano a seguito di querela sporta dalla vittima. Lo stalking, infatti, è uno di quei reati per i quali la legge non può procedere autonomamente, a meno che il ricorrere di specifiche circostanze aggravanti, come accade ad esempio quando la vittima è minorenne o disabile.
Il primo passo da fare in assoluto è fare la segnalazione alle forze dell’ordine, queste devono attivarsi per avviare le investigazioni, sotto la guida del pubblico ministero che coordina le indagini. Le indagini consistono nella ricerca dei mezzi di prova necessari a sostenere la pubblica accusa in giudizio. Le indagini consisteranno prevalentemente nel raccogliere la testimonianza della persona offesa e di tutte coloro che hanno assistito alle molestie e alle minacce reiterate.
Inoltre, bisogna sapere che non sempre terminano con il rinvio a giudizio della persona indagata: se esse non hanno rilevato nulla di fondato, il pubblico ministero avrà il dovere di chiedere l’archiviazione, la quale pone fine alle indagini preliminari e, di fatto, al procedimento.
Se questo reato si inserisce all’interno di un contesto di violenza domestica allora alle indagini si applica il cosiddetto “codice rosso”, in poche parole viene inserita la procedura d’urgenza che impone alle autorità di dare priorità a questo tipo di reato rispetto agli altri
In questi casi, le indagini per stalking subiscono una sorta di priorità visto che le forze dell’ordine che hanno ricevuto la segnalazione deve darne immediatamente notizia al magistrato del pubblico ministero, anche in forma orale.
