17 Aprile 2024, mercoledì
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LUCA ALINARI: Una miriade di sfaccettature colorate


A cura di Carla Cavicchini

Intervista a Cristina Acidini nella giornata di studio a lui dedicata a Firenze Luca Alinari viene ricordato per le sue opere così particolari, surreali, cariche di forte intimismo, con quei suoi’ paesaggi di tratto estremamente personale
riconoscibili lontano un miglio dagli estimatori, ed ancora quelle creature illusionistiche capaci tuttavia di rivelarsi appieno nello sguardo intrigante dello
spettatore.
La giornata di studio a lui dedicata nella città dantesca dall’Accademia delle Arti del Disegno, ha permesso di celebrare questo grande artista in un
momento colmo d’energia, palpabile ed intenso, amabilmente ricordato dai vari relatori quali Cristina Acidini Presidente dell’Accademia delle Arti e del
Disegno di Firenze.
“ I vari interventi che lo hanno ricordato visto che è mancato nel 2019, hanno ripercorso i vari aspetti della sua personalità e delle sue opere facendo emergere la sfaccettata immagine di un intellettuale estremamente versatile. Lo conosciamo ed apprezziamo come pittore: indubbiamente i suoi quadri sono stati più volte ripercorsi criticamente nelle varie fasi che dal ‘pop’ al ‘new-dada’, lo hanno portato alle sue
personalissime invenzioni che ha continuato poi a sviluppare sino agli ultimi anni. Inoltre sta emergendo con maggior visibilità, giustamente, l’aspetto
intellettuale, il suo grande lavoro di scavo dentro se stesso, nonché nella letteratura del suo tempo e di tutti i tempi, tanto da farne una personalità veramente complessa e completa che si è espressa nelle arti visive compreso il video e, altresì, nella letteratura e nel pensiero.”
A suo personale avviso cosa lo caratterizzava
particolarmente?

“Osserverei una certa sua sfuggente capacità nel non farsi classificare. Nel suo stile riconosciamo elementi appartenenti alla cultura pittorica occidentale: non a caso aveva una capacità manuale strepitosa nel creare immagini soavissime di taglio
addirittura rinascimentale, così come di combinarlo con elementi di surrealismo e dadaismo. Quindi la straordinaria attitudine nello spaziare da una espressione all’altra dei materiali: quando levigato, ora ruvido, smagliante, ed ancora cupo, creando una
miscela straordinaria di invenzioni, tra l’altro sua personale caratteristica.”
Lo chiamavano il “Pittore delle punte” …già, questi nasi ‘appuntiti’ ed altro che lui proponeva così aguzzi tanto da ‘ bucare’ la tela quale tratto della sua
professione.
“C’è stata una mostra abbastanza illuminante dal punto di vista de titolo che lui sceglieva sempre abbastanza suggestivo e paradossale: “TROPPO SEMPLICE L’ANGOLO DEI GOMITI”. Questo per significare il concetto di angolo, di punta, che viene fuori dalla riflessione costante nell’invenzione di forma. Parliamo pertanto di una componente ironica, della deformazione, della figura umana che per altro,
sapeva rendere in maniera stupenda. Non dimentichiamo che le “le stelle a 5 punte” sono state una sua sigla di corrente tanto da cospargerne intere
composizioni pittoriche.”
Vede eredi?
“Direi che non ne vedo in quanto il suo stile era frutto di attitudine nonché di una profondissima cultura ch’egli non faceva trasparire in forma di pretenziosa citazione ma che aveva introiettato costituendo l’humus creativo da cui lui attingeva.
Quindi dovremmo trovare un equivalente che abbia compiuto un percorso analogo; sicuramente vi sono artisti molto colti ed informati, ma la strada di Luca
attualmente l’ha percorsa solamente lui.”
Conosciuto tra l’altro come persona molto umana, generosa, che senz’altro manifestava anche nei confronti di lei stessa, dott.ssa Cristina Acidini.
“Luca era una persona di una profondità
straordinaria, guardava sempre oltre la superficie delle cose per intravedere mondi fantastici delle persone toccandone la profonda essenza di ciascuno
arrivandone all’anima. Non aveva paura di pronunciare concetti impegnativi che richiedevano all’altro di esporsi, di rilevarsi con schiettezza e sincerità. Pertanto il suo aspetto spirituale lo rendeva
particolarmente caro anche se in vari atteggiamenti,
specialmente pubblici, poteva sembrare una persona schiva, ritrosa, mentre invece nel privato era generosissimo di sé e dei suoi pensieri.”
Il ricordo più bello che conserva di lui.
“La condivisione di tante piccole esperienze
percorse chiaramente ognuno per la propria strada indipendente che, però, ci avevano avvicinato: dall’amore per il “Villino” di via Scipione” ammirato
che io ho disegnato nei miei anni giovanili e da lui abitato, ed ancora la passione per il collezionismo delle piccole cose quotidiane, l’affezione straordinaria per la cultura pop cominciando dai fumetti di Walt
Disney, unendo anche i libri di fiabe che tanto hanno suggestionato ed ispirato nella nostra infanzia.”

Nella Foto: Dott.ssa Cristina Acidini


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