La messa a terra è costituito da dispersori che hanno il compito di convogliare verso il terreno le correnti di guasto di un impianto elettrico.
Se il condominio è anche luogo di lavoro, l’edificio va sottoposto obbligatoriamente a verifica biennale per ciò che concerne la presenza della messa a terra.
Per riuscire a realizzare la messa a terra non bisogna per forza ottenere il consenso assembleare: l’amministratore può procedere tranquillamente.
Ebbene, proprio perché si tratta di un adempimento imposto dall’ordinamento giuridico, quindi i condòmini non possono di certo dire di no, sarebbe infatti nulla per illiceità dell’oggetto la deliberazione con cui l’assemblea decide di non dotare il proprio impianto elettrico di messa a terra.
Bisogna ricordarsi che le spese che servono per realizzare l’impianto di messa a terra condominiale devono essere ripartite tra tutti i condòmini, in base ai millesimi di proprietà. Nel caso in cui qualcuno si rifiuta di pagare la sua quota, l’amministratore può agire per il recupero della quota non versata, anche mediante decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo.
