27 Aprile 2024, sabato
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Natalità, Aidda: “Questa è la ‘guerra’ delle donne, non uccide ma non fa nascere”

A cura di Ionela Polinciuc

Gli uomini fanno la guerra, le donne no. È un dato storico che potrebbe dipendere dal fatto che le donne hanno e hanno avuto più raramente il potere per decidere le guerre. Ma l’antropologia ci dice anche altro. Sorprende, nel primate umano, la capacità di stare a lungo in compagnia di altri della sua specie senza manifestare aggressività.

Ebbene, secondo Istat, in Italia le nascite calano ancora: rispetto al 2021, quasi 8mila in meno Istat, demografia: nel 2022 si contano 392.598 nascite, 7.651 in meno rispetto al 2021 (-1,9%), nuovo record negativo che accentua la denatalità degli ultimi anni.

La presidente Giachetti: “Nel 2022 ennesimo calo delle nascite, l’Italia ha bisogno o con urgenza infrastrutture sociali e di una trasformazione culturale”
Firenze, 24 marzo 2023 – “Gli ultimi dati Istat registrano l’ennesimo calo delle nascite, ormai in perenne rallentamento da anni. E’ una situazione preoccupante: sembra una guerra dichiarata dalle  donne che non uccide, ma non fa nascere la vita. E’ urgente chiedersi perché e trovare una risposta!

Lo afferma Antonella Giachetti, presidente di Aidda, l’Associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda, in relazione alle recenti statistiche sulla natalità. Secondo l’Istat la popolazione, al 31 dicembre 2022, ammonta a 58.850.717 unità, quasi 180 mila in meno rispetto al 2021 (-0,3%). Le nascite si sono contratte del -1,9%. 

“L’Italia, è ormai da tempo nel trend dell’inverno demografico, che non solo provoca problemi di sostenibilità previdenziale, di disponibilità di forze lavoro e di progressivo affievolimento della tradizione culturale del nostro Paese, ma indica un preciso disagio che le donne stanno attraversando. Un disagio che prende corpo nelle troppo frequenti situazioni in cui le donne devono scegliere tra maternità o lavoro, nelle sempre maggiori situazioni di impoverimento economico delle famiglie causato da un post pandemia non sempre di recupero, dal rincaro della vita e delle commodities energetiche e che non permettono di poter pensare ad una genitorialità serena.

C’è bisogno di un forte piano di infrastrutture sociali con asili nido e nuovi spazi di welfare, accessibili in termini di costi e diffusione sul territorio, il tutto abbinato ad un profondo ripensamento del paradigma di pensiero: la dimensione della cura non deve ricadere più esclusivamente sulle donne e l’organizzazione del lavoro va ripensata anche in funzione di una maggiore elasticità in funzione di quello che è il ritmo della vita”.

“Le proiezioni del prossimo futuro, osservando anche le linee dei grafici degli ultimi anni, devono destare un allarme politico e di collettività. La questione della natalità – conclude la presidente di Aidda – è fondamentale per lo sviluppo sociale, economico e culturale del Paese. Bisogna introdurre un sistema di supporto vero alle donne, affinché possano lavorare con le stesse ambizioni e opportunità degli uomini, e non siano disincentivate a creare una famiglia”.

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