HO EREDITATO UN IMMOBILE ABUSIVO. COSA FARE IN QUESTI CASI?
L’abuso edilizio è un reato, purtroppo abbastanza comune, perseguibile dalla legge
nei confronti dell’artefice ma anche di coloro che lo erediteranno in caso di decesso
del responsabile. Questo avviene, in assenza del permesso di costruire e in
discordanza dal permesso del Comune.
Qualunque agente immobiliare, ingegnere e architetto, data richiesta di un erede,
può verificare l’irregolarità attraverso un accurato confronto delle planimetrie e
delle piante del Catasto.
Gli eredi, una volta accettato in eredità un immobile abusivo, ne risponderanno
personalmente ma solo in modalità amministrativa e non penale. Nessuna colpa del
reato in sé, verrà attribuita ai familiari in quanto non diretti responsabili della
decisione di edificare senza nessun’ autorizzazione anche se l’autore del misfatto
fosse già stato condannato penalmente quando era ancora in vita. Tutte le pratiche
contro il colpevole, verranno archiviate e non ricadranno sui nuovi proprietari.
L’unico rischio, quindi, per gli eredi sarà quello di ricevere un immediato ordine di
demolizione (pratica amministrativa non prescrivibile). In tal caso, però, non si
possono richiedere divisioni delle comunione ereditaria e non si potrà mettere in
vendita l’immobile.
Gli eredi possono richiedere anche la sanatoria a patto che non ci siano contrasti
con le leggi urbanistiche nell’anno dell’emanazione o per lo meno che siano
attinenti a quelle dal momento in cui viene presentata la domanda.
In alcuni frangenti, la legge concede qualche eccezione: se l’immobile da demolire
risulti essere non di enormi proporzioni, può non essere demolito, impartendo
soltanto una sanzione in denaro che il nuovo padrone di casa sarà obbligato a
pagare. Altre sentenze ancora, negano la demolizione soprattutto quelle in cui si
verifica che l’erede non possegga altre abitazioni, sia povero o disabile.
