24 Aprile 2024, mercoledì
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La manifattura Ginori,- circolazione dei modelli scultorei in Europa

A cura di Carla Cavicchini

All’Auditorium fiorentino di Sant’Apollonia, in via Sangallo 25, si è tenuto ultimamente un Convegno Internazionale organizzato dalla Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia: “La Manifattura  Ginori  e la circolazione dei modelli scultorei in Europa .”

La particolarità dell’ evento è consistita nell’opportunità di confronto tra massimi esperti internazionali, mettendo in risalto il successo dei modelli di scultura barocca e tardo barocca romana nella produzione della manifattura fondata dal marchese Carlo Ginori.

Quest’ultimo, infatti, era solito acquistare personalmente nelle botteghe degli artisti, o dai loro eredi, i modelli in gesso, terracotta, piombo o cera, che sarebbero poi serviti a realizzare le meravigliose opere in porcellana forgiate nella Manifattura di Doccia.

Questi modelli in alcuni casi costituiscono l’unica testimonianza di opere andate perdute o mai realizzate, e quindi sono senz’altro un tassello imprescindibile per la conoscenza della storia e della scultura italiana.

Parliamo d’una storia ancora poco conosciuta, che spazia tra il Cinquecento e il Novecento, che trova il suo fulcro nella straordinaria collezione dei modelli tardo barocchi raccolti dal marchese Ginori.

Si sono succeduti nel convegno i massimi esperti provenienti da prestigiose istituzioni internazionali, quali il “Victoria e Albert Museum” di Londra, lo “State University of New York”, le Università di Firenze,  Bologna e Verona, il “Museo del Bargello”, “l’Opificio delle Pietre Dure,” la  “Direzione Regionale Musei della Toscana” e, naturalmente, lo stesso Museo Ginori.

Quest’ultimo come sappiamo nasce insieme alla Manifattura di Doccia, all’interno degli stessi edifici destinati alla produzione. Non a caso venne infatti pensato dal fondatore Carlo Ginori come un contenitore privilegiato dove poter ammirare le opere realizzate nella sua fabbrica.

L’incontro è poi proseguito nel pomeriggioaffrontando il tema delle traduzioni in scultura didipinti antichi, oltreché delle pitture murali delle “Logge di Leone X” eseguite da Raffaello in Vaticano; esposizioni scultoree di modelli pittorici particolarmente apprezzate dai viaggiatori del Grand Tour.

Questi modelli circolavano in Europa con grande successo tra Ottocento e Novecento, grazie anche alle esposizioni internazionali e alla nascita di riviste specializzate. Basti pensare a Giò Ponti con il quale i modelli dell’Antico venivano generalmente rivisitati in chiave moderna, per poi giungere nel fornire suggestioni e decori plastici, segnando uno dei periodi più gloriosi della storia della ‘Manifattura Richard Ginori’.

Il convegno è stato realizzato grazie al contributo concesso da ‘MIC – Direzione Generale Educazione Ricerca e Istituti Culturali’.

Tra i vari relatori anche Stefano Casciu della Direzione Regionale dei Musei della Toscana il quale, gentilmente, ha risposto alle nostre domande per “La Notte”.- Dott. Casciu, mecenati e cultori come il marchese Ginori che riproduceva le opere in porcellana, sono esempi di sensibilizzazione: Oscar Wilde diceva fare della propria vita un capolavoro, lei come si esprime?

Beh io nasco come storico d’arte studiando il mecenatismo mediceo in particolare l’ultima dei Medici , Anna Maria Luisa De Medici, l’elettrice Palatina che in questo convegno è stata citata varie volte visto che è stata l’ultima donna della Casa Mediciche ha stretto con i nuovi regnanti, gli Asburgo- Lorena, quel Patto di famiglia per cui tutte le collezioni medicee, palazzi, ville ed altro, venivano vincolati alla città di Firenze e non potevano essere esportati. Quindi amo profondamente l’idea che il patrimonio rimanga legato a figure come regnanti, imprenditori, banchieri piuttosto che singoli cittadini dando un contributo attivo alla conservazione del patrimonio.

È vero che il patrimonio culturale è pubblico,  dello Statoe comunque è sempre pubblico per sua natura,  sta a tutti noi quindi, anche alla singola persona, apprezzarlo, visitarlo e trattarlo bene, dando possibilmente  il propriocontributo.

Chiaramente ci sono coloro che donano denaro quali  collezionisti etc, facendo iniziative a tal  favore poiché lo possono faree poi ci sono le associazioni culturali,  come una famosa fiorentina che raduna donatori e mecenati americani che amano Firenze, capaci di mettere risorse economiche importanti per restauri ed altro ancora,  aiutandoci moltissimo. Secondo me è un impegno che dovrebbe coinvolgere tutti, anche coloro  a livello più semplice: tra l’altro con l‘art bonus, anche il singolo cittadino, p contribuire per restauri e valorizzazioni, avendo in cambio dallo stato Italiano l’importante sgravio fiscale del 65% su quello che dona”.

Non è un caso che “L’eredità delle donne” da anni si muova sempre sotto l’egida dell’ Elettrice Palatina. 

“Si,  certo ho anche partecipando in merito: d’altronde l’ho studiata per primo all’interno della mia tesi, poi, quando le cose si svilupparono ulteriormente, feci una grande mostra nel 2006 a Palazzo Pitti. Da segnalate tuttavia  che tale  figura non ha mai potuto diventare la nuova granduchessa poiché non era previsto: il  Granduca a Firenze – in pratica un vassallo dell’Impero,  usando una parola medievale  poteva essere solamente un uomo. Quando si prospettò  la fine della Casa Medici , poiché  gli ultimi maschi vennero meno senza lasciare eredi, il tentativo di far divenire  Palatina  l’ultima Granduchessa della Toscana risultò impossibile. Quindi lei rimase a gestire l’eredità di famiglia in maniera molto femminile, pensando a Firenzecittà come  ad una figlia, investendo nella città tramite strumenti giuridici e amministrativi molto precisi, messi in pratica con il suo entourage di notabili, funzionari. 

Una  sorta di ‘Testo’ che vincolava, usando un termine moderno, le collezioni alla città di Firenze ma, ripeto,  lo fece con l’idea materna visto che lei non aveva mai avuto figli. Tuttavia, nella città di Firenze con profondo sguardo mediceo,  traferì tale patrimonio artistico facendone un capolavoro. Firenze è una delle poche capitali italiane dell’Ancien Regime  ad aver conservato praticamente intatto il patrimonio della dinastia, riuscendo a passare attraverso i ‘Savoia ‘ e i ‘Lorena’, senza subiredelle perdite eccessive. Quindi Firenze è quella che è, dal punto di vista attuale, turistico, economico, poiché la Palatina vincolò il patrimonio di famiglia alla città. Ed è  molto importante  che venga ricordata per il suo ruolo. La fotografia classica puntava sui Granduchi e con loro la fine della dinastia, mentre, il  merito di aver lasciato la memoria medicea intatta si deve all’ultima donna di famiglia medicea.

Io personalmente e  tutta l’Italia ne siamo orgogliosamente grati.”

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