24 Aprile 2024, mercoledì
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Dott.ssa. Idalia Trevisan: ” La disabilità oggi come oggi è soprattutto sociale

A cura di Ionela Polinciuc

Il Terzo settore, agisce in diversi ambiti, dall’assistenza alle persone con disabilità alla tutela dell’ambiente, dai servizi sanitari e socio-assistenziali all’animazione culturale. Spesso gestiscono servizi di welfare istituzionale e sono presenti per la tutela del bene comune e la salvaguardia dei diritti negati. L’associazione ” il villaggio del cuore” è la prova che le persone con disabilità non sono messe nel dimenticatoio. Abbiamo intervistato la Dott.ssa. Idalia Trevisan, presidente nazionale dell’associazione ”il villaggio del cuore”.

Il 14 maggio, un evento speciale a Corbetta, lei parteciperà insieme alla sua associazione, di cosa si tratta?
Speriamo che grazie a questo evento, riusciamo a far capire a tutte le persone che non sanno nulla per quanto riguarda il terzo settore, di ciò che riguarda la disabilità, tutto il sociale, per far capire che oggi come oggi, purtroppo ci sono tanti problemi e non si risolvono con le chiacchiere, ma si risolvono con i fatti. Risolverli con i fatti, non è una cosa semplice.

Di cosa si occupa nello specifico la sua associazione?
Io come associazione, mi occupo soprattutto di persone con disabilità. Voglio che sia chiara una cosa: la disabilità oggi come oggi, non è solo la disabilità fisica, psichica o psico fisica. La disabilità oggi come oggi è soprattutto sociale. La disabilità sociale comporta gravi problematiche. Nel senso che abbiamo un aumento della delinquenza, un aumento delle malattie a quello che può essere la depressione, abbiamo il bullismo, l’anoressia, la bulimia e tantissime altre cose che se andiamo a vedere nei descritti legislativi, sono riconducibili tutti alla disabilità.

Quali sono i progetti futuri dell’associazione?
Innanzitutto, far capire alle persone questa problematica, che è problematica molto seria e dovrebbe veramente essere presa in mano e cercare soluzioni vere e concrete. Questo è uno dei tanti progetti, ma questo se non si fanno convegni, se non se ne parla, purtroppo dobbiamo essere noi come associazione a fare rete e cercare di dare una mano. Adesso mi sto occupando soprattutto di una particolarità perché mi è stata chiesta, il progetto ”Dopo di noi”. Questo progetto, non è altro che cercare un luogo idoneo, dove le persone con problemi di disabilità, quando rimarranno orfani dei loro genitori, o parenti che se ne occupavano di loro, vengono ricoverate in strutture non idonee. Invece, io sto cercando con la ricerca fondi, di trovare un luogo che può essere una casa, una villa, dove creare un ambiente che si rifaccia a quello che è la famiglia. Quindi, queste persone con disabilità quando si troveranno da sole, troveranno nella casa che io cercherò di costruire la stessa gioia di vivere, la stessa familiarità che hanno con i genitori.

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