All’ex moglie spetta l’eredità?
L’ex moglie ha diritto all’eredità del precedente marito solo se non ha già divorziato. Se infatti è intervenuta una semplice separazione, la moglie è ancora “erede legittima” (al pari di chi è sposato) e può pretendere una quota del patrimonio del defunto prestabilita dalla legge (la cosiddetta “legittima”) anche se questi ha disposto diversamente nel proprio testamento. Inoltre, ha diritto alla pensione di reversibilità. La moglie separata non può essere quindi diseredata, ma non le spetta nulla solo nel caso in cui sia stato accertato un tradimento o l’abbandono della casa coniugale (è legittimo però abbandonare la casa coniugale in caso di violenze e vessazioni).
Se interviene il divorzio, l’ex moglie perde tutti i diritti ereditari e la pensione di reversibilità le spetta però solo a tre condizioni: il rapporto di lavoro da cui trae origine il trattamento pensionistico deve essere anteriore alla sentenza di divorzio; l’ex coniuge non deve essersi risposato (circostanza che, peraltro, escluderebbe nei suoi confronti l’assegno di divorzio);l’assegno di mantenimento non deve essere stato versato in un’unica soluzione (una tantum).
Trattamento di fine rapporto (TFR e TFS)
L’ex moglie, se percepisce l’assegno di mantenimento e se non si è risposata, ha diritto a ottenere una quota del TFR liquidato. Il TFR deve essere stato liquidato dall’azienda dopo la sentenza di divorzio, ma deve essere il frutto del lavoro svolto (anche solo in parte) quando la coppia era ancora sposata. Lo stesso vale per il TFS (trattamento di fine servizio) per i dipendenti pubblici.
Il TFR però non spetta al coniuge che ha ottenuto solo la separazione. Il coniuge separato potrà chiedere che il giudice tenga conto del TFR nella quantificazione di un eventuale assegno di mantenimento o in una successiva richiesta di aumento.
