26 Aprile 2024, venerdì
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Quando si può chiedere un aumento del mantenimento?

Quando si ha diritto al mantenimento

Durante il processo di separazione, il giudice riconosce l’assegno di mantenimento al coniuge che, all’interno della coppia, ha il reddito più basso, ma sempre a condizione che questi non venga dichiarato responsabile della fine del matrimonio (non deve cioè essere riconosciuto, in capo a questi, il cosiddetto “addebito”). 

A pesare sull’ammontare dell’assegno di mantenimento, è soprattutto la condizione lavorativa del beneficiario: tanto più questi è giovane e formato, tanto inferiore sarà l’importo attribuito. Il giudice terrà in considerazione anche l’età, la durata del matrimonio e la disponibilità della casa coniugale.

Nel caso in cui l’ex moglie abbia dovuto rinunciare alle proprie ambizioni lavorative per occuparsi del ménage domestico e dei figli, le spetterà un assegno di mantenimento proporzionato all’aumento di ricchezza conseguito dal coniuge.

Quando si può rivedere l’assegno di mantenimento

Al contrario di quanto succede con altre sentenze, le decisioni del tribunale in materia di famiglia, di mantenimento e affidamento dei figli possono essere sempre oggetto di revisione ma affinché ciò avvenga, devono esserci alcuni presupposti. Per poter chiedere al giudice un aumento dell’assegno di mantenimento, è necessario il sopraggiungere di eventi imprevedibili come ad esempio la perdita del posto di lavoro o una sopravvenuta inabilità che non consenta più di lavorare oppure l’ incremento del reddito del coniuge obbligato.

Quando non è mai dovuto l’aumento del mantenimento 

In ogni caso, non è mai dovuto l’aumento del mantenimento se il contributo versato dal coniuge obbligato è già di per sé sufficiente a garantire l’autonomia economica del beneficiario. Se il coniuge beneficiario ha già una propria posizione lavorativa, non può recriminare nient’altro.

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