20 Aprile 2024, sabato
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La crisi dell’affluenza riapre le sfide nelle grandi città

ll dato di domenica ha fatto registrare una forte flessione in termini di partecipazione: alle 23 aveva votato il 41,65% degli aventi diritto, un calo di circa venti punti rispetto alle comunali del 2016, quando però si era votato in un’unica giornata.

Nelle grandi città, test chiave della tornata elettorale, la percentuale si è attestata ben al di sotto del 40%: il dato migliore si registra a Milano, dove ha votato il 37,76% degli aventi diritto, a Napoli l’affluenza è stata del 33,72%. A Roma ha votato il 36,82%, a Bologna il 35,19%, a Torino il 36,50%.

Il dato della partecipazione al voto potrebbe avere un significato politico: soprattutto nella Capitale, dove il crollo maggiore si è registrato nelle periferie, tradizionale bacino dove si decide la sorte dei candidati, mentre in alcuni quartieri del centro l’affluenza è stata molto più alta.

La tornata elettorale inevitabilmente avrà riflessi importanti sul quadro politico nazionale. Il Pd cerca il riscatto dopo la sconfitta delle amministrative del 2016 quando i Dem persero sia Roma che Torino: in campo lo stesso segretario, Enrico Letta che corre alle suppletive di Siena per un seggio alla Camera. Dal verdetto delle urne arriverà anche una indicazione precisa sul futuro dell’alleanza del Partito democratico con il Movimento Cinque Stelle e sull’ipotesi di coalizione larga del centrosinistra.

Il voto sarà un test chiave anche per il centrodestra e misurerà i rapporti di forza all’interno dell’alleanza, tra la Lega di Matteo Salvini, FdI di Giorgia Meloni, e Forza Italia. Sullo sfondo la trattativa per l’elezione del Presidente della Repubblica attesa a partire da gennaio e su cui i partiti inizieranno a misurasi da subito, a cominciare dal voto di oggi. 

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