In Spagna sono stati fatti test per far ripartire i concerti ,a Barcellona si sono tenuti due live di prova, davanti a 500 e 5000 persone, con la mascherina ma tutti insieme, ammassati a ballare e cantare sotto un palco dopo essere stati tutti sottoposti a un test antigenico.
E in Italia? Vincenzo Spera, presidente di Assomusica (l’associazione dei produttori e degli organizzatori di spettacoli di musica dal vivo), il quale ci ha spiegato a che punto si trova il lento processo di ritorno alla “normalità” degli spettacoli.
“Il concerto svolto in Spagna e gli altri di cui si è parlato sono dei test e non una ripresa vera e propria. In buona sostanza, hanno voluto dimostrare che rispettando le norme e i protocolli, e con le verifiche successive, il rischio diventa quasi inesistente. Anche noi abbiamo elaborato delle linee guida e una serie di procedure funzionali e tra maggio e giugno sono state individuate tre location: un teatro, uno spazio all’aperto con circa 2000 posti e un altro con maggiore capienza per andare a verificare le varie situazioni e avere un quadro complessivo”.
In buona sostanza, si sta provando a ripartire anche da noi, anche se la difficoltà risiede nel non avere, per ora, «un momento di inizio» e senza questo «è difficile fare programmazioni serie».
Quali sono gli ostacoli principali?:
-lo scoglio maggiore è ancora una volta rappresentato dalla politica
– bisogna chiarire la gestione dei colori delle regioni, perché non è possibile iniziare una tournée e poi ogni due settimane il colore della regione dove avverrà il concerto cambierà in questo modo è impossibile organizzare qualcosa di continuativo.
Per cui non è stata fatta nessuna ipotesi di lavoro, né a livello governativo né con altri soggetti del mondo della musica, visto che ognuno si è fatto il suo protocollo.
Ora però è necessaria omogeneità.