A cura dell’Avv. Sabina Vuolo
“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita… …”.
Era la notte del 25 marzo del 1300 quando il somma poeta, Dante Alighieri di Fiorenza, inizia il suo itinerarium in Deum, un’ascesi mistica nei tre regni dell’aldilà, analisi introspettiva dei vizi, dei pregi degli esseri umani compiutamente descritti attraverso l’incontro con grandi personaggi attori incontrastabili della nostra storia.
A 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, avvenuta a Ravenna nel 1321, la Divina Commedia rimane l’opera più letta e amata in tutto il mondo. Ed è proprio in occasione dell’inizio di questo viaggio che, su proposta del Mibact (Ministero dei beni culturali) è stato istituito per il 25 marzo il Dantedì, giorno nazionale dedicato a Dante Alighieri.
Il Sommo Poeta rappresenta il simbolo della cultura e della lingua italiana, egli grazie all’allontanamento dal proprio corpo e all’ascesi nell’assoluta beatidudine nel cosmo riesce a vedere le condizioni del mondo terreno e avverte il bisogno di raccontare per migliorare l’umanità . Quindi l’ambizione è l’Universalità oltre lo spazio e il tempo, un proposito di comunicare ai posteri ma sempre in una prospettiva concreta e umana. Mai come in questo momento storico/sociale è attuale la figura di Dante, figura che ci ricorda che molte cose ci tengono insieme quali la lingua, l’unità del paese e l’idea stessa di Italia.
