23 Aprile 2024, martedì
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Facebook Vs TikTok: partita la controffensiva.

La crescita esponenziale di TikTok che ha caratterizzato tutto il 2020, che ha ha fatto del social cinese di Bytedance il vero fenomeno dell’anno, non poteva lasciare inerte Facebook,  il più storico dei social esistenti. Nell’ottica di una vera e propria controffensiva va letta, così, la mossa del social di Zuckerberg  di aggiungere una nuova funzionalità a Facebook,  quella che attribuisce la possibilità di condividere anche su quest’ultima piattaforma i reels pubblicati su Instagram. Laddove per reelss’intendono i mini clip della durata massima di 15 secondi realizzabili e modificabili  attraverso gli strumenti creativi messi a disposizione dallo stesso social. Quindi molto presto questa  nuova funzionalità consentirà ai creator di Instagram di far migrare i loro contenuti anche su Facebook.

Una vera e propria controffensiva che mira ad invertire un trend che ha visto, nel passato anno, molti utenti spostarsi su TikTok attratti e abbagliati dalla semplicità intuitiva di utilizzo del social cinese e soprattutto da quel vento di entusiasmo che è stato in grado fin dall’inizio di originare.

Il caso indiano

Come ogni guerra che si rispetta anche questa ha avuto un  precedente in quanto avvenuto in India all’indomani della messa al bando di 59 app cinesi, tra cui lo stesso TikTok. E’ stato senz’altro quello il momento d’inizio di questa controffensiva oltre che l’inizio delle prove generali, su scala ridotta, di test dell’efficacia della controffensiva stessa. Fu in quella occasione, infatti,  che Facebook lanciò i suoi reels proprio con l’idea di catturare gli utenti indiani di TikTok. Dopo un anno da quella data e sempre nell’ottica di proseguire nella stessa identica  direzione l’ennesima mossa di rendere possibile, inizialmente solo per l’India, la condivisione dei reels di Instagram su Facebook. Il  vero e proprio preludio al lancio mondiale della nuova funzione che mira a guadagnarsi il favore del grande pubblico proprio grazie a una visibilità che nessun altro social al mondo potrebbe garantire. Sicuramente la prospettiva di offrire un pubblico mondiale di utenti attivi  di 3,60 miliardi (2,60 di Facebook e 1 milione di Instagram)  potenzialmente raggiungibili dovrebbe, infatti,  avere la sua rilevanza soprattutto se raffrontati agli 800milioni che rappresentano  il pubblico  dell’app di Bytedance.

Il perché del successo di TikTok.

Al momento è possibile fare solo  delle supposizioni su quello che accadrà all’indomani del lancio a livello mondiale della nuova funzionalità, per adesso TikTok continua la sua inarrestabile ascesa.Non a caso secondo statistiche risalenti allo scorso febbraio 2021 sembra confermato , nella classifica delle app più scaricate al mondo, il sorpasso di TikTok su Facebook e anche il maggior incasso realizzato dai suoi utenti con oltre 110milioni di dollari.

Indubbiamente l’app di Bytedance ha saputo interpretare al meglio la smania di protagonismo, soprattutto adolescenziale, combinando alla perfezione la semplicità di utilizzo che si caratterizza per la sua immediata intuitività. La raccolta pubblicitaria realizzata è solo conseguenza più logica di queste felici intuizioni, in un mondo in cui la pubblicità è costantemente alla ricerca di nuovi formati, il potenziale di TikTok è letteralmente esploso.

La guerra è appena iniziata e per quanto possa sembrare avere un esito scontato non saranno poche le difficoltà che l’armata di Zuckerberg  è chiamata a superare. Molte di queste ultime sono rappresentate dalla continua capacità di evoluzione e crescita dell’app cinese costantemente  pronta a rendersi interprete congeniale delle aspirazioni di un numero sempre più elevato di utenti. Nel sancire l’esito finale della contesa avrà sicuramente una certa importanza la circostanza  che pur trattandosi per entrambi i social dello stesso prodotto, vale a dire mini filmati in formato verticale, Tik Tok sembra molto di più rispetto a Facebook l’habitat naturale di questo contenuto. Infatti rispetto a Facebook, TikTok è nata proprio come l’app dei mini video per un pubblico di utenti che hanno nelle corde più il protagonismo che la condivisione. Caratteristica quest’ultima  poco familiare alla corazzata di Mark Zuckerberg.

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