20 Aprile 2024, sabato
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Vittorio Iacovacci, lo strazio di Sonnino: chi era il carabiniere che affiancava Attanasio

«Faccio davvero fatica a parlare per il dolore, Vittorio amava la sua fidanzata e il calcio» racconta un altro parente, Marco. La fidanzata, originaria del Nord Italia, si è perfettamente integrata a Sonnino, dove lavora. Qui avrebbero vissuto insieme, nella casa costruita accanto a quella dei genitori. Vittorio sarebbe rientrato in Italia tra pochi giorni, dopo i difficili mesi passati in Africa, pronto per cominciare una nuova vita nella sua Sonnino, tra gli affetti più importanti, nella nuova casa con la fidanzata in vista del matrimonio, già rinviato per il Covid, fissato per l’estate.

I genitori restano rinchiusi in casa, protetti da due auto dei carabinieri davanti all’ingresso. Entrano solo amici stretti e parenti. «La mamma non fa che piangere – racconta una parente uscendo dalla villetta – e il papà non sta molto bene, ha anche un po’ di febbre. Il dolore è grande, come si fa a perdere un figlio così?». Anche il fratello di Vittorio è militare, anche lui in missione all’estero per la Marina. La sorella minore dovrebbe partire per il Congo, per occuparsi delle pratiche necessarie per riportare a casa la salma di Vittorio. 

A Kinshasa dallo scorso settembre, Iacovacci faceva parte dell’aliquota dell’Arma che garantisce la tutela della rappresentanza diplomatica italiana in Congo. Il suo compito era proteggere l’ambasciatore Attanasio nelle sue uscite.

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