26 Aprile 2024, venerdì
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Giulio Regeni, a cinque anni dalla scomparsa. Mattarella si rivolge all’Egitto:’Vogliamo risposte’

Sono trascorsi cinque anni dal 25 gennaio 2016 quando Giulio Regeni ,alle 19.41, inviò dall’Egitto il suo ultimo sms. Di lui non si seppe più nulla fino al ‪3 febbraio, quando il suo cadavere, torturato, fu trovato su una strada tra Il Cairo e Alessandria. Tutt’ora la verità sull’assassinio del ricercatore friulano è ancora lontana, nonostante il lavoro della magistratura italiana e l’impegno del governo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolinea che “l’azione della Procura della Repubblica di Roma, tra molte difficoltà, ha portato a conclusione indagini che hanno individuato un quadro di gravi responsabilità, che, presto, saranno sottoposte al vaglio di un processo, per le conseguenti sanzioni ai colpevoli. Ci attendiamo piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia”. 

“La vicenda di Giulio Regeni riguarda tutti, non solo l’Italia”, ha scritto Piero Fassino, presidente della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati, ai suoi omologhi Ue chiedendo “di assumere ogni iniziativa parlamentare, sul piano politico e diplomatico, a livello sia bilaterale sia multilaterale, per ottenere verità sul caso di Giulio”. “È un impegno – ha sottolineato – per la legalità internazionale e per il rispetto dei diritti umani, valori su cui si fondano l’identità dell’Unione Europea e le sue relazioni con ogni nazione”. Intanto la comunità di Fiumicello, il paese dov’è cresciuto il ricercatore, si prepara a ricordare Giulio. Quest’anno, a causa dell’emergenza Covid, tutti gli eventi si svolgeranno in streaming sul sito di ‘La Repubblica’ e sulle pagine Facebook ‘Il comune informa – Fiumicello Villa Vicentina’, ‘Giulio siamo noi’ e Verità per Giulio Regeni’. Il comune invita tutti i cittadini a partecipare da casa e “a colorare di giallo il paese e i propri profili social”.


Sul fronte delle indagini, pochi giorni fa la Procura di Roma ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. L’obiettivo dei magistrati capitolini è portare a processo i quattro 007 che prelevarono Giulio nel gennaio del 2016, lo trasferirono in una villetta al Cairo dove per giorni venne torturato brutalmente e poi ucciso. Un processo che l’Egitto ritiene immotivato e basato su “conclusioni illogiche”.

L’udienza preliminare, comunque, potrebbe essere fissata entro la fine della primavera. Lo stesso giorno la commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Regeni ha sentito Davide Bonvicini, primo segretario presso l’ambasciata d’Italia al Cairo all’epoca dei fatti. Bonvicini ha spiegato che nonostante il “fortissimo impegno profuso” in quei giorni c’è sempre stato un muro di “reticenza ed evasività ” delle autorità egiziane.

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