Siamo agli sgoccioli. Nell’ultimo paradosso che il calcio giallorosso regala, Paulo Fonseca si gioca il futuro oggi contro lo Spezia. Sulla carta, pur senza gli infortunati Mkhitaryan e Pedro, per blasone, per esperienza, per tecnica per fatturato e per stipendi non dovrebbe esserci partita: troppo più forte la Roma, eppure la vigilia è stata terribile, addolcita un po’ in serata per la virtuale chiusura dell’accordo con El Shaarawy, che torna a Trigoria dopo aver rescisso con lo Shanghai Shenhua e trovato un accordo per un triennale da circa 3,5 milioni, bonus compresi. È il primo rinforzo portato da Tiago Pinto, che presto sarà bissato da quello del terzino Reynolds del Dallas (7 milioni, più 15% sulla rivendita)
Cose importanti, ma che non oscurano il caso Dzeko, che sembra destinato a non rientrare in tempi brevissimi. Fonseca ieri non lo ha inserito nell’elenco dei convocati (come i riottosi Fazio e Jesus), adducendo un problema fisico, ma in realtà dietro c’è anche un rapporto compromesso da tempo. La situazione, però, è precipitata dopo il flop contro lo Spezia. Il giorno successivo è stato quello in cui la dirigenza ha sollevato dall’incarico il team manager Gombar, benvoluto da tutta la squadra. Il gruppo, però, si è compattato e due giorni fa ne ha chiesto, senza successo, il reintegro. Alla fine di quella riunione, poi, Fonseca ha annunciato a tutti che Dzeko non sarebbe stato convocato, e anche in questo caso i giocatori hanno provato a difendere il capitano. Si è esposto molto Pellegrini, amico di Edin, e questo non è piaciuto al portoghese, che crede di aver sempre difeso l’azzurro. Ma mentre sul bosniaco la dirigenza gli ha dato mano libera, su Pellegrini no.