16 Aprile 2024, martedì
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Navalny, attentato o manie di persecuzione?

L’attivista Alexei Navalny noto per le sue inchieste contro la corruzione e principale rivale di Putin, il 20 agosto su un volo di ritorno da Tomck, città siberiana, a Mosca si sentì male costrigendo ad un atterraggio di emergenza a Omsk, dove fu ricoverato in terapia intensiva e dpo due giorni, al termine di un braccio di ferro diplomatico, Navalny fu trasferito nell’ospedale Charitè a Berlino.

Fin dall’inizio il suo il suo staff parlò di avvelenamento e dalle analisi effettuate risultò che era stato esposto ad un agente nervino di epoca sovietica Novichock ma Mosca ha sempre negato ogni coinvolgimento.

Navalny, però, non si è arreso una settimana fa ha telefonato a Konstantin Kudryavtsev, uno degli agenti federali russi che avrebbe partecipato al fallito piano per ucciderlo, spacciandosi come assistente di Patrushev, segretario del consiglio nazionale di sicurezza russo chiedendo di fornire dettagli sull’operazione. Kudryavtsev ha confessato fornendo qualche dettaglio sulla sostanza tossica usata per l’avvelenamento, il Novichok applicata nella parte interna degli slip del politico all’altezza dell’inguine, in modo da non lasciare tracce.

Non è tardata ad arrivare la smentita dall’agenzia di servizi segreti, l’FSB, respingendo le accuse e accusando Navalny di soffrire di “manie di persecuzione” e di “mania di grandezza”.

 Putin ha respinto ogni accusa puntando il dito su dati forniti da agenzie di spionaggio USA.

Avv. Sabina Vuolo

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