29 Marzo 2024, venerdì
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Vino è in salute

vino è in salute

A cura di Giuseppe Catapano 
 Nel mondo delle aste si conferma la grande forza attrattiva dei vini più pregiati. Giusto appena una settimana fa è stata venduta ad un’asta di Bolaffi una doppia magnum di Romanée Conti Cru 1990 per la bellezza di 100.000 euro: si tratta della bottiglia di vino più cara mai venduta in Italia. Ma i record sono fatti per essere battuti e a stretto giro, si terrà un’altra asta, questa volta organizzata dalla svizzera Baghera, con sempre protagoniste delle bottiglie di Drc. Si tratta di una collezione di 24 bottiglie, annata 1985, posseduta da Enoteca Pinchiorri, ristorante fiorentino a tre stelle michelin, che si stima possa essere aggiudicata per un valore complessivo di 2,1 milioni di dollari.Gli investitori in cerca di riparo in mezzo alle acque in tempesta dei mercati hanno trovato un porto sicuro non solo nell’oro. Guardando ai collectibles, il vino ha garantito a chi glielo ha chiesto serenità e profitto. Il primo ingrediente che ha reso il mercato del vino rifugio dai bollori dei mercati è stata la crescente liquidità. Quest’anno il turnover totale di Liv-ex è aumentato di 30 milioni rispetto all’anno scorso attestandosi a 81 milioni, guidato sia da un aumento dell’offerta sia da un aumento della domanda. L’indice domanda/offerta si è attestata a 0,6. Generalmente valori sopra lo 0,5 indicano un sentiment positivo sul mercato.Altro elemento chiave è il tema della varietà nel mercato del vino, storicamente appannaggio dei Bordeaux, con vini da tutto il mondo che hanno attirato l’interesse degli investitori. La quota di mercato dei bordeaux quest’anno è arrivata al minimo storici del 40%, in forte contrazione dal 70% di dieci anni fa. A beneficiare di questo calo ci sono stati in particolar modo i vini di Borgogna, la cui quota è passata nello stesso arco temporale dallo 0,6% al 17,4%. Ascesa vorticosa anche per i vini americani passati dalla quota irrisoria dello 0,1% al 7%. Restringendo la visuale e guardando agli ultimi undici mesi i vini italiani sono stati i grandi vincitori, passando in un solo anno dal 8,8% al 15,3%. A guidare la categoria “resto del mondo” quest’anno hanno raccolto un buon interesse i vini australiani (1,8%), spagnoli (1,4%) e tedeschi (1%).

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