24 Aprile 2024, mercoledì
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Anni di laurea: un riscatto agevolato

Riscattare gli anni di laurea significa versare una determinata somma in modo da equiparare, a livello contributivo, il periodo di studio universitario a quello lavorativo: questa particolare contribuzione è utile ai fini previdenziali sia per raggiungere prima il numero di anni necessari per ottenere la pensione sia per incrementarne l’ammontare. Per aver riconosciuto il periodo universitario ai fine pensionistici, infatti, bisogna versare parecchio denaro: questo vale per dipendenti e autonomi.

La legge n.26 del marzo 2019, però ha introdotto una modalità alternativa, cosiddetta ‘agevolata’ che abbassa notevolmente i costi del riscatto. Il nuovo meccanismo di calcolo inizialmente si applicava solo agli anni di corso di laurea a partire dal primo gennaio 1996, cioè con l’introduzione del sistema pensionistico contributivo.

La circolare Inps n.6 del gennaio 2020 ha esteso questa possibilità anche a chi si è laureato prima del 1996 e ha dunque anni di versamento nel sistema retributivo: nei fatti, quindi, vale per chi ha meno di 18 anni di contributi versati al 31 dicembre 1995 e al momento della richiesta di riscatto, ha un minimo di 15 anni complessivi di contributi di cui almeno dieci versati prima del il 31 dicembre 1995 e almeno 5 dopo questa data.

Ulteriore requisito: bisogna chiedere la liquidazione dell’assegno pensionistico interamente con il sistema contributivo. Quanto bisogna pagare perché gli anni di università entrino a tutti gli effetti nel calcolo della pensione? Con la modalità cosiddetta ‘agevolata’ un anno di corso di laurea riscatta ai fini pensionistici versando circa 5.200 euro.

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