25 Aprile 2024, giovedì
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Covid19: i soggetti con la sclerosi multipla rischiano un aumento della malattia?

In Italia, secondo delle indagini effettuatele da MuSC 19, promosso dalla Società Italiana di Neurologia (Sin) e dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) con la Fondazione Fism, si è saputo che i pazienti che hanno riscontrato il covid19 ma affetti dalla sclerosi multipla, non hanno registrato un aumento di quest’ultima.

“L’Italia è stata il primo Paese a segnalare i casi di infezione da SARS-COV2 in persone con sclerosi multipla, pubblicando, qualche settimana fa su Lancet Neurology, la prima analisi descrittiva MuSC 19 relativa a 232 pazienti. – lo afferma Gioacchino Tedeschi, Presidente Sin.  

Analisi effettuate soprattutto alle persone dai 52 ai 76 anni che assumevano farmaci specifici per il trattamento della sclerosi multipla. Dunque Francesco Patti, Responsabile del Gruppo di Studio Sclerosi Multipla della Sin, conclude: “E’ verosimile ritenere che l’azione di supporto rivolta ai pazienti per far rispettare loro le misure generali di protezione dall’infezione, quali il distanziamento sociale, l’attenzione verso l’igiene, la ridotta esposizione al rischio di essere contagiati (uso mascherine in ospedale, o in ambienti con altre persone, telemedicina, invio a domicilio dei piani terapeutici e persino di certe categorie di farmaci, esenzione dal lavoro) unitamente all’azione immunoregolatoria ed antiinfiammatoria dei farmaci immunoattivi, abbia potuto contenere il possibile maggior rischio d’infezione in persone fragili come quelle con sclerosi multipla”.

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