Eccellenze italiane ai tempi della didattica on-line
Continua l’esperienza teorico/laboratoriale del corso di laurea in Progettazione della moda, all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Grande attesa per i due protagonisti che arricchiranno le lezioni tenute dal prof. Pasquale Lettieri nel corso di Storia della moda lunedì 4 maggio. Nell’aula virtuale gli studenti si confronteranno con due protagonisti dell’alta moda italiana, si tratta di Gianni Molaro e Pierre Prandini.
Molaro in collegamento da Napoli affronterà, attraverso un workshop dedicato, il concetto di Art couture, di cui l’eclettico e avanguardistico stilista italiano è profeta indiscusso.
Prandini, stilista di punta del jet set milanese, proprio dal suo atelier di Milano si soffermerà sul rapporto con il pubblico e con il cliente nell’epoca del “ordine on line”.
“L’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria –sottolinea la direttrice Maria Daniela Maisano- si propone come una istituzione d’eccellenza, in grado di affrontare le tematiche del post–moderno nella contaminazione di fenomeni creativi, proponendo quelle che, con linguaggio obsoleto, continuano a chiamarsi sperimentazioni, ma che in realtà sono modi d’essere della nostra condizione, che vive una fuggevolezza dettata dal sistema della moda. La moda che è “l’esasperazione esistenzialista dell’originalità”, come si evince dalle parole della docente di Fashion design, Giuseppina D’Errico. Che continua: “la moda non spinge più in nessuna direzione, ma incarna il movimento in quanto tale, che può essere semplice deriva oppure finalisticamente determinato, o tutte due cose insieme, senza la possibilità di un netto e deciso discernimento. Lezioni come questa hanno una funzione importante, in quanto riflettono l’ora di punta della storia, indipendentemente dalla definizione dell’attualità stessa”.
“Non servono polemiche di retroguardia, – sottolinea Lettieri – come se fossimo una piccola realtà nazionale, mentre siamo una sana realtà, come nel design e nella moda, dimostrando che l’arte italiana è un settore valido, lontano da imbrogli e bolle speculative. E questo dobbiamo dirlo a tutti sia ai nostri competitori europei e americani, ma soprattutto ai russi, ai cinesi, agli indiani, agli arabi, il cui protagonismo non consente più, piccoli giochi di bottega, ma richiede sforzi collettivi, in cui misurare le nostre forze, anche con l’aiuto di una politica culturale che porti moda italiana all’estero, accompagnandola col prestigio dell’ufficialità, che conferisce autorevolezza nell’ingresso in realtà nuove, per cui se una cosa è valida, è valida e basta, ma senza mai sottovalutare il sistema di comunicazione, senza di cui tutto rimane monco e senza la necessaria pubblicità implode e precipita su se stesso”.