Si sono radunati in centinaia fuori dal Parlamento per festeggiare il via libera per primo in Asia alle nozze tra persone dello stesso sesso. Una svolta dopo la decisione della Corte costituzionale, che nel 2017 aveva stabilito che le coppie gay avevano il diritto a contrarre un matrimonio legale. Al parlamento erano stati dati due anni di tempo, entro il prossimo 24 maggio, per apportare le correzioni normative. Un traguardo in netta controtendenza rispetto alle norme del vicino.
I parlamentari hanno discusso tre differenti proposte di legge sul tema, dando il via libera a quella più “progressista e a più ampio spettro”, coinvolgendo temi come tasse, assicurazione e figli in custodia e risolvendo il nodo del Codice Civile bocciato dalla Corte costituzionale in merito al matrimonio definito come quello “esclusivamente celebrato tra un uomo e una donna”. Scaduti i due anni di tempo per “sanare” la discriminazione, la registrazione delle nozze tra persone dello stesso sesso sarebbero state registrate in automatico in assenza di un accordo parlamentare.