La maggior parte delle utilitarie (intese come modelli piccoli o medio-piccoli, che rientrano nei segmenti A – le classiche city car – e B – small cars come ad esempio una Fiat Punto o una Peugeot 208), non sono toccate dalle novità o lo sono in minima parte: le loro emissioni di CO2 sono comprese tra i 90 e i 110 grammi/chilometro, che è l’area per la quale non ci sono né incentivi né penalizzazioni.
Per i modelli di segmento B, invece, spesso le versioni più diffuse ricadono nella zona neutra, mentre quelle di punta (specie e benzina) incappano in lievi penalizzazioni (sforano i 110 g/km ma spesso restano entro i 120, cosa che consente di ridurre la sovrattassa a 150 euro). È il caso di Audi A1, Citroen C3, Ford Ka+, Ford Fiesta, Hyundai i10, Kia Rio, Mazda2, Mini tre porte, Opel Adam, Peugeot 208, Renault Twingo, RenaultClio, Skoda Fabia e Toyota Yaris.
Sovrattassa tra i 150 e i 300 euro per tutte le Dacia Sandero, le Fiat Panda, le Fiat 500 (tranne la poco diffusa Twin Air), Hyundai i20, Kia Picanto, Lancia Y e Opel Corsa.
Alcuni di questi modelli sono offerti anche con alimentazione a gas e talvolta ciò consente loro di evitare la sovrattassa.
Salendo di dimensioni, diventa molto difficile non incappare nella sovrattassa. Nel segmento C (berline medie), si salvano solo versioni particolari di alcuni modelli. E le penalizzazioni per i motori a benzina possono anche arrivare ai 1.500-2.000 euro.
Capitolo Suv e crossover. Chi ha scelto questa categoria, con il nuovo meccanismo di bonus-malus sulla CO2, arriverà a pagare 100-150 euro, per i modelli tipo la Renault Captur, 400-500 euro per la Opel Mokka fino ai 2.500 fissi di Land Rover Discovery e Mercedes Gle.
a cura di Carmine Cilvini