27 Aprile 2024, sabato
HomeItaliaPoliticaGoverno M5S-Lega, ultimo tentativo: Conte premier, Coccia all’Economia, Savona trasloca agli Esteri

Governo M5S-Lega, ultimo tentativo: Conte premier, Coccia all’Economia, Savona trasloca agli Esteri

“Troviamo una persona della stessa caratura dell’eccellente professor Savona per il Tesoro, con lui che resta nella squadra di governo in un’altra posizione”, è questa l’ultima offerta di Luigi Di Maio a Matteo Salvini per formare un governo politico. Nel frattempo Carlo Cottarelli è messo in stand-by con la lista dei ministri in tasca e la speranza che i due leader chiariscano da che parte vogliono andare.Mattarella ha concesso altri giorni di trattativa: per Di Maio, capriole su impeachment del presidente a parte, si può ricominciare laddove ci si era interrotti, con Giuseppe Conte alla guida. Paolo Savona, uscito dal portone perché bocciato senza appello da Mattarella che al Tesoro non voleva uno che rischiava di condurci al default dei titoli di Stato, può rientrare dalla finestra di un ministero di peso ma meno sensibile dal punto di vista della finanza pubblica.Gli Esteri, ad esempio, potrebbero convincere il riluttante Salvini a riconsiderare l’impuntatura d’orgoglio (in verità più tattica che sentimentale). Ma non è l’unica soluzione creativa sul piatto. Gli escamotage, per tagliare Savona dal Mef tutelandolo al tempo stesso sono due: spacchettare il dicastero di via XX Settembre in Economia e Finanze, lasciando uno dei due all’economista sardo; oppure spostare Savona in un ministero meno pesante ma simbolico, come quello per gli affari Ue, lasciando il Mef ad un nome alternativo come – secondo alcuni rumors pomeridiani – Pierluigi Ciocca.Per Di Maio e Salvini è l’ultima partita a scacchi. Una partita che ha sullo sfondo il voto. Il M5S si gioca l’estrema arma a sua disposizione, dire “no” al governo Cottarelli mettendo così in difficoltà un’eventuale astensione leghista, che finirebbe nel mirino della campagna elettorale del Movimento. Ma è al governo che i Cinque Stelle guardano, fiaccati da 87 giorni ad altissima tensione e comunque intenzionati, se il governo non si farà, ad andare alle urne a luglio. Il voto estivo tutelerebbe Di Maio, che con le elezioni in autunno (o, peggio, ancor più in là) potrebbe giustificare con minor forza la deroga al doppio mandato e rischierebbe di veder affievolire la sua leadership. Con, all’orizzonte, il ritorno dall’America del più movimentista dei Cinque Stelle, Alessandro Di Battista.

a cura di Vincenzo Catapano

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti