24 Aprile 2024, mercoledì
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Salvini: “O si parte o si va al voto”. Di Maio: “O si chiude in 24 ore o lasciamo perdere”

Un rischio di frattura con il Quirinale? L’unico rischio che vedo è un’ulteriore frattura tra i palazzi del potere e gli italiani. Se qualcuno rallentasse ancora questo processo di cambiamento facendo saltare 15 giorni di lavoro e sacrificio, sarei ancora arrabbiato”. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini,parlando con i giornalisti al termine di una riunione informale coi vertici del partito in via Bellerio sulla formazione del governo Conte. E Di Maio rincara: “O si chiude entro 24 ore o lasciamo perdere. Nel contratto di governo c’è anche l’Europa”.

Per il governo Conte, “io ho detto o si parte o per noi basta. Mi rifiuto di andare avanti ancora a trattare per settimane. I mutui non aspettano, la benzina non aspetta, gli sbarchi nemmeno. Sicuramente non sono nato per tirare a campare”, ha detto Salvini.

“Passi indietro la Lega ne ha già fatti abbastanza: abbiamo già fatto tutto quello che potevamo fare”, ha risposto Salvini a chi gli chiedeva se intende fare passi indietro sulla lista dei ministri. “Sabato sera il presidente del consiglio incaricato ha i nomi della Lega che sono pronti a fare i ministri e lavorare per il bene dell’Italia: non ne faccio una questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani”, ha proseguito il segretario leghista al termine della riunione in via Bellerio.

La formazione del governo guidato da Giuseppe Conte continua ad arenarsi contro il nome di Paolo Savona. Nell’incontro al Quirinale, venerdì Sergio Mattarella ha ribadito le perplessità sul professore noto per le sue critiche all’euro. Ma il forcing di M5S e Lega non si ferma. Anzi. Dopo il post su Facebook in cui si è definito “davvero arrabbiato” (ottenendo il like di Di Maio), oggi nuova bordata da Salvini: “Mai al Tesoro un amico di Berlino”.

Il leader leghista, da ieri a Milano, ha convocato i vertici del partito per ribadire la sua volontà di non cedere sul nome di Savona. Ed è pronto a ingaggiare un duro scontro con il Quirinale. Nel frattempo Conte, a Montecitorio da stamattina insieme ad alcuni collaboratori, ha incontrato Luca Giansanti, ambasciatore ed ex direttore generale degli Affari politici della Farnesina, da cui si è dimesso dal primo giugno. Sarebbe lui, più di Giampiero Massolo, in corsa per la carica di ministro degli Esteri(fonte blitzquotidiano.it)

a cura di Vincenzo Catapano

 

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