18 Aprile 2024, giovedì
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Divieto di pagare lo stipendio in contanti, che cosa cambia

La guerra ai contanti continua: dal 1° luglio 2018, difatti, si aggiunge un nuovo divieto di pagamento con strumenti non tracciabili, che riguarda le retribuzioni da corrispondere ai lavoratori dipendenti ed ai collaboratori. In pratica, dal 1° luglio 2018 i datori di lavoro ed i committenti privati avranno l’obbligo di provvedere al pagamento delle retribuzioni con modalità e forme che escludano l’uso del contante: lo ha stabilito la legge di Bilancio 2018 , con la finalità di combattere l’evasione, prevedendo delle severe sanzioni per chi trasgredisce alle nuove regole.pagamento-euro-corbis-kGKE--672x351@IlSole24Ore-Web

Con quali modalità si può pagare lo stipendio?

Le retribuzioni dei lavoratori subordinati e dei collaboratori possono essere corrisposte con le seguenti modalità:

  • bonifico su conto identificato da codice Iban indicato dal lavoratore;
  • strumenti di pagamento elettronico;
  • contanti presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento;
  • emissione di assegno (bancario o circolare) consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, a un suo delegato.

Per quali lavoratori vale il divieto di pagamento dello stipendio in contanti?

Il divieto di pagamento delle retribuzioni in contanti vale per:

  • i lavoratori subordinati, a prescindere dalla tipologia del rapporto (a termine, part time, a chiamata, stagionale…);
  • i lavoratori parasubordinati, ossia coloro che hanno stipulato col committente un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa;
  • i soci lavoratori, ossia coloro che, in qualità di soci, hanno stipulato un contratto di lavoro con la cooperativa, a prescindere dalla forma.

Per quali lavoratori non vale il divieto di pagamento dello stipendio in contanti?

Il divieto dell’uso del contante non dovrebbe riguardare il pagamento di altre forme di collaborazione che non consistono in rapporti di lavoro propriamente detti, come borse di studio, attività di amministratore di società, né il pagamento di compensi per lavoro autonomo occasionale. In merito probabilmente saranno forniti dei chiarimenti con una circolare interpretativa del ministero del Lavoro.

lavoratori occasionali, cioè coloro che svolgono la propria attività nell’ambito di un contratto di prestazione occasionale, assieme a coloro che sono retribuiti col libretto famiglia, non sono coinvolti dalle novità in quanto i pagamenti arrivano direttamente dall’Inps.

Sono poi esclusi dal nuovo obbligo di pagamento con mezzi tracciabili:

  • i lavoratori dipendenti da una pubblica amministrazione;
  • i lavoratori domestici, come colf e badanti.

Il divieto di pagamento in contanti vale per tutti i tipi di compensi?

Il divieto di pagamento in contanti si applica a tutte le tipologie di retribuzione, comprese le anticipazioni: si devono quindi utilizzare strumenti tracciabili anche per gli anticipi dello stipendio.

Considerando che la normativa coinvolge nel divieto di pagamento in contanti, però, solo le retribuzioni, dovrebbe essere possibile pagare in contante le somme che non rappresentano una retribuzione dal punto di vista fiscale o previdenziale, come i rimborsi spese per trasferte o trasferimenti e gli anticipi di spese per conto del datore di lavoro, anche per finalità diverse dalla trasferta. Anche su questo punto probabilmente interverranno dei chiarimenti.

Firma della busta paga

Contestualmente all’entrata in vigore del divieto di pagamento in contanti dello stipendio, la legge ha stabilito che la firma apposta dal lavoratore sul cedolino paga non prova l’avvenuto pagamento della retribuzione. Questo, ovviamente, perché la tracciabilità del pagamento ne costituisce la prova: per esempio, la ricevuta del bonifico costituisce senza dubbio prova del pagamento della retribuzione.

Quali sanzioni per chi trasgredisce il divieto di pagamento in contanti

La normativa prevede delle sanzioni severe per chi dovesse continuare a pagare le retribuzioni con strumenti non tracciabili: in particolare, si applica al datore di lavoro o al  committente una sanzione amministrativa pecuniaria da mille a 5mila euro.

Utilizzo del contante per importi sotto i 3mila euro

La nuova normativa si affianca al divieto di pagamento in contanti per importi pari o superiori ai 3mila euro: sarà dunque ancora consentito pagare in contanti, sino alla predetta soglia, nella generalità dei casi, in quanto il divieto riguarda le sole retribuzioni.

a cura di Maria Parente

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