27 Aprile 2024, sabato
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Lodi, gli studenti sospesi a scuola al lavoro nella mensa dei poveri

Al Centro di raccolta solidale per il diritto al cibo di Lodi ogni giorno vengono consegnati cento pacchi alimentari per i poveri. A confezionarli è una squadra d’eccezione, rivela il responsabile Lorenzo Musitelli: ex detenuti in cerca di redenzione, chi è stato assegnato a misure alternative alla detenzione, profughi e soprattutto studenti che sono stati sospesi a scuola. Sono gli stessi presidi a inviare i ragazzi più ribelli a lavorare gratis nella «piattaforma solidale» di via Pace che nel territorio, con le sue oltre 500 tonnellate di cibo distribuite alle famiglie indigenti, è diventato il fiore all’occhiello del welfare lodigiano.

«La maggior parte di loro ci è riconoscente per aver fatto una bella esperienza di vita — racconta Musitelli —. Purtroppo c’è anche chi, dopo aver lavorato un paio di giorni, non si fa più vedere. Ma è soltanto una minoranza, la maggior parte esce dal Centro migliorata». Agli studenti in punizione tocca il lavoro dei magazzinieri: sono loro a preparare i pacchi alimentari con la pasta, il riso, l’olio, lo scatolame e i prodotti freschi che poi finiscono sulla tavola delle famiglie indigenti.

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Un lavoro enorme nonostante a diretto contatto con i poveri ci stiano meno rispetto agli altri volontari di una struttura che ogni giorno riceve cibo in eccesso da almeno venti punti vendita del lodigiano fra ipermercati, supermarket, aziende casearie, logistiche e piccoli alimentari. «Solo nel 2017 — rivela Musitelli — abbiamo distribuito 15.600 pacchi e 536 tonnellate di cibo». Nato tre anni fa come realtà sperimentale della Caritas, il Centro per il diritto al cibo oggi è diventato un gigante del welfare: occupa nove persone e settanta volontari, fra cui i ragazzi difficili delle scuole, riceve circa 90 mila euro all’anno di contributi (reinvestiti nell’acquisto di alimenti a lunga conservazione e nelle spese di gestione) e importa dai market quasi 500 tonnellate di cibo. «E quest’anno i nostri assistiti hanno potuto festeggiare un Natale speciale grazie ai 360 panettoni regalati da un’azienda veronese».

a cura di Maria Parente

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