25 Aprile 2024, giovedì
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Legambiente e Greenpeace sorveglieranno con un’imbarcazione il trasferimento della Concordia

ISOLA DEL GIGLIO – Che garanzie “meteo” possono esserci per un viaggio che dura ben 5 giorni? Chi e come monitorerà le acque luride dentro il relitto e gli interscambi con l’ambiente esterno, il tanto ammirato Santuario dei Cetacei? Chi vigilerà sul rispetto delle norme comunitarie durante le operazioni, non facili, di smaltimento? A cosa serviranno due poli per la rottamazione a pochi chilometri di distanza? Con queste domande Greenpeace aveva accolto la decisione da parte del Governo di demolire la Concordia a Genova. Ma questi interrogativi sono rimasti senza risposta, allora l’associazione ambientalista, assieme a Legambiente, ha deciso di rimboccarsi le maniche e darsi da fare vigilando attivamente sulla situazione.

NON FINISCE QUI – Greenpeace e Legambiente hanno dichiarato: “Abbiamo deciso di attrezzare un’imbarcazione comune con la quale seguiremo il convoglio che rimorchierà la Costa Concordia dal Giglio a Genova. Il nostro obiettivo è vigilare affinché le operazioni di trasferimento del relitto avvengano in modo sicuro e senza rischi per l’ambiente. Verificheremo che non avvengano rilasci di sostanze inquinanti durante il trasporto. Nei serbatoi della nave si trova ancora una grande quantità di idrocarburi e altre sostanze dannose in grado di minacciare l’ecosistema marino. La vicenda della Concordia non si chiude comunque con la rimozione e lo smantellamento del relitto. Dai prossimi giorni lavoreremo per pretendere dalla società il ripristino dello stato dei fondali del Giglio, la bonifica delle opere, la rimozione del cantiere e soprattutto il risarcimento del danno ambientale.”

UN’IMBARCAZIONE SPECIALE – L’imbarcazione scelta dalle due associazioni non è una qualunque. Infatti Greenpeace e Legambiente hanno deciso che seguiranno via mare le operazioni a bordo di una delle imbarcazioni della Fondazione Exodus di Don Antonio Mazzi che nella sua sede all’Isola d’Elba propone programmi educativi rivolti a ragazzi in difficoltà. Stavolta però ad essere in difficoltà è l’ambiente, e le associazioni hanno risposto immediatamente al suo grido d’aiuto.

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