25 Aprile 2024, giovedì
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All'alba è morto Ciro Esposito

Ha smesso di battere alle sei del mattino il cuore di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli di 28 anni ferito il 3 maggio da un ex tifoso romanista, l’estremista di destra Daniele De Santis, detto Gastone, mentre si avviava allo stadio Olimpico per assistere all’incontro Napoli-Fiorentina.

“Ciro è un eroe civile, è morto per difendere degli innocenti”, ha detto lo zio Vincenzo. Il ragazzo era rimasto coinvolto negli scontri con il gruppo guidato da De Santis che aveva assaltato un bus pieno di napoletani. Tra di loro molte donne e bambini.

Ciro è spirato al policlinico Gemelli dopo 52 giorni di agonia e dopo aver subito sei interventi chirurgici. Con lui c’erano la mamma Antonella, il padre Giovanni, la fidanzata Simona e il fratello Michele. Ma tutta la famiglia Esposito, le zie e gli zii del ragazzo, i cugini e tanti amici arrivati da Scampia dove il ragazzo gestiva un autolavaggio insieme al fratello, è restata per tutta la notte a vegliare nel piazzale dell’ospedale.

L’allarme era scattato ieri mattina quando dopo l’ennesimo intervento al polmone le condizioni del ragazzo erano peggiorate. Ma Ciro, che aveva solo 28 anni, era robusto e quindi ha cercato di resistere fino all’ultimo. “Il cuore batte, Ciro è vivo. Preghiamo”, aveva continuato a dire per l’intera giornata Gianni, il padre del ragazzo.

Ma alle sei di stamane il giovane si è arreso e la famiglia ha rinnovato il suo appello: “No a tutti i tipi di violenza, noi chiediamo giustizia e non vendetta. Il prefetto e il Questore di Roma si devono dimettere, ma a tutti i tifosi del Napoli chiediamo di mantenere i nervi saldi. Nessun gesto violento nel nome di Ciro”

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