16 Aprile 2024, martedì
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Startup innovative? Renzi rottami la burocrazia

Se si desidera capire perché il Pil italiano è incatenato alla decrescita e, soprattutto, perché la rottamazione della cultura burocratico-leguleia della pubblica amministrazione debba essere rottamata senza se e senza ma, basta provare a costituire una startup innovativa. Chi si illude che tutto possa filare liscio come negli Usa o a Londra, con una semplice visita a uno studio professionale, è destinato a un brusco risveglio al ritorno alla realtà del Belpaese, fatta di codicilli e adempimenti à gogo.

Ecco quello che devono fare due giovani imprenditori solo per aprire una startup innovativa. Prenotare un notaio, dopo aver concordato con lui oggetto sociale e statuto della startup, che devono essere speciali, e recarsi al suo studio per la costituzione della società. Almeno 1.500 euro, oltre a tanto tempo prezioso, sono già andati in fumo. Per iscrivere, o meglio perché il notaio possa iscriverla alla sezione speciale della camera di commercio competente, servono la posta elettronica certificata e la firma digitale del rappresentante legale che vanno, quindi, comprate. Poi va compilato un questionario dove vanno indicati brevetti eventualmente posseduti, quanta ricerca è stata già fatta, i curricula dei soci e molto altro ancora. Contestualmente la startup deve ottenere la partita Iva ed essere registrata a Inps e Inail (non era più semplice esentarle per il primo biennio?), che solitamente fanno perdere tempo. L’Inps, in un caso da me seguito, ha bloccato la pratica di iscrizione per quasi due mesi perché, a suo dire, il rappresentante legale che risultava dall’atto pubblico notarile non era lo stesso che poteva procedere con la richiesta di iscrizione, ma non chiariva chi poteva firmare secondo l’esegesi degli uffici.

Insomma, burocrazia folle e inutile che rende illogicamente costoso e lungo il processo di costituzione di una startup innovativa. Il tutto andrebbe fatto in pochi minuti e a costo zero, invece la cultura italica fatta di bolli, registri, depositi è riuscita a intrappolare anche l’idea di voler creare con le startup innovative una forma societaria nuova e snella al servizio dell’innovazione giovanile.

Ma l’esempio della burocratizzazione del processo di creazione di una startup deve servire anche a capire come la vera priorità oggi sia la rottamazione di una cultura amministrativa che non è in alcun modo al passo con la globalizzazione e le sollecitazioni dell’eurozona. Il nuovo premier, Matteo Renzi, ha promesso fin dalla sua prima apparizione sulla scena politica nazionale di voler rottamare il passato. Il consiglio è quello di concentrare le energie nella rottamazione della pubblica amministrazione, soprattutto se davvero si vuole che l’Italia possa avere tante nuove startup competitive.

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