26 Aprile 2024, venerdì
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“Non seppellite viva mamma Grazia Bruno”. Ma è morta da 7 giorni

“Non seppellite viva mamma Grazia”, dicono i figli al capezzale della donna, dichiarata morta da sette giorni ormai. Vegliano sulla bara aperta nella casa di famiglia a Villagrazia di Carini, Palermo: il corpo è ancora caldo, la pelle non è cianotica, non c’è segno di rigor mortis che li faccia dubitare. “Aspettiamo che si risvegli – dicono – la sua è una morte apparente”.
Grazia Bruno, 68 anni, però è morta davvero durante il trasporto in ambulanza dall’ospedale a casa. L’avevano dimessa perché era in fin di vita, era malata di tumore al pancreas e non c’era più nulla da fare. Non la pensano così i suoi figli che non si rassegnano alla perdita e accudiscono il cadavere da una settimana. Il corpo è sistemato dentro una bara aperta e riceve l’attenzione che si riserva ai vivi: una coperta ben rimboccata, i termosifoni della stanza a una temperatura confortevole. Ma soprattutto, la vigilanza costante, in attesa che quel corpo dia un segnale di vita.

La loro determinazione a non mollare si basa su quell’insolito colorito roseo e l’assenza di rigor mortis. Ma ben due medici sono intervenuti a certificarne la morte: l‘elettrocardiogramma è piatto.
“Aspettiamo il medico legale della procura che venga a dirci che è veramente morta, ma al momento non lo sembra. Non c’è nessuna traccia di decomposizione. Non siamo pazzi, abbiamo solo l’evidenza di quanto sta succedendo da alcuni giorni”, dice Francesco Passalacqua, uno dei quattro figli.
“Abbiamo visto su internet tanti casi come quello di mia madre – aggiunge – Persone che sembravano decedute ed invece si sono risvegliate. Nostra madre ancora questa mattina non ha nessun segno di decomposizione e ha una temperatura calda”.
La famiglia ha incaricato anche l’avvocato Gaspare Genova di assisterla in questa delicata vicenda. “Abbiamo chiesto il parere di un terzo medico legale per sciogliere ogni dubbio – dice l’avvocato – Senza questo parere la famiglia non darà il consenso alla sepoltura”.
In quella casa di via Fondo Cicala 55, si sono radunati anche i fratelli della donna, tutti convinti che si tratti di morte apparente, proprio come ne “I racconti del terrore” di Edgar Allan Poe, dove lo scrittore metteva nero su bianco quello che fu uno dei suoi peggiori incubi: essere sepolto vivo.
I figli sostengono di aver parlato del caso con alcuni medici: “Ci hanno detto che è possibile che non sia morta”, spiega Francesco. Ma il professor Paolo Procaccianti, del Policlinico di Palermo, non lascia spazio ad alcun dubbio: “Mi dicono che due medici legali e un cardiologo hanno stabilito la morte della donna. Non c’è altro da aggiungere. Oggi non è possibile commettere errori. Si parla di morte cerebrale quando il cuore smette di battere per 20 minuti. Lo dice la legge, che ovviamente si basa su evidenze scientifiche. I non addetti ai lavori possono manipolare i dati come vogliono”.
Intanto,il sindaco Giuseppe Agrusa, è disposto ad aspettare non oltre domattina: “Se la salma non sarà condotta al cimitero – ha detto perentorio – farò un’ordinanza per seppellire il cadavere”.

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