Trenta milioni di euro spariti, in una piccola valle bargamasca. Trenta milioni di “nero” portati in banca da decine, centinaia, di risparmiatori letteralmente dentro una valigetta e investiti con l’appoggio del banchiere. Che, in questa storia bergamasca, è anche il sindaco, Benvenuto Morandi. La storia la racconta Michele Brambilla sulla Stampa:
C’è un’Italia che non compare nei report sulla crisi: è un’Italia dove i soldi vengono portati in banca dentro una borsa o una scatola di cartone, e dietro rilascio di una ricevuta scritta a biro su un pezzo di carta, magari quella del formaggio. È un’Italia che rimane sommersa fino a quando succede un imprevisto, e cioè che i soldi spariscono: a quel punto non resta, seppur dopo tanti imbarazzi, che fare denuncia.
Tutto comincia quest’estate, quando le chiacchiere sui depositi prosciugati arrivano ai vertici di Intesa Sanpaolo, che manda cinque ispettori a controllare l’operato del direttore di Fiorano, vale a dire Benvenuto Morandi, 53 anni, dal 2006 sindaco di Valbondione per una lista civica di centrodestra. Gli ispettori si accorgono subito che qualcosa non quadra e avvertono la magistratura. Il primo luglio il direttore viene sospeso. Ormai è uno scandalo al sole, anche perché un grosso imprenditore di Gazzaniga, Gianfranco Gamba, ha fatto la prima denuncia ai carabinieri di Clusone: si è accorto che dal suo conto è partito, senza che nessuno lo autorizzasse, un bonifico di 400 mila euro. A questo punto la gente della valle rompe gli indugi: una mamma e suo figlio di quarant’anni presentano la seconda denuncia, in cui si parla di un saldo di 150 euro a fronte di versamenti per seicentomila. Benvenuto Morandi viene indagato per appropriazione indebita aggravata e licenziato da Intesa Sanpaolo.
Nelle denunce si parla di soldi versati sulla fiducia («Sul Benvenuto avremmo messo tutti la mano sul fuoco», dicono in valle) e di ricevute scritte a mano su «fogli volanti – raccontano – alcuni firmati ma senza data, altri con data ma senza firma». Ci sarebbero anche distinte taroccate: «Ho visto quelle di alcuni miei clienti: sono stampate su carta di Banca Intesa ma non originali», ha raccontato all’Eco di Bergamo il commercialista di Leffe Riccardo Cagnoni, che è anche sindaco pidiellino di Vertova. Sempre all’Eco di Bergamo sono arrivate le finora uniche parole pubbliche dell’indagato Benvenuto Morandi: «Le dichiarazioni di alcuni miei clienti che ho letto sui giornali non rispondono a verità, motivo per cui mi riservo di agire nelle sedi opportune».