27 Aprile 2024, sabato
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Leonardo Bellodi: “L’Eni non abbandonerà mai la Libia”

“L’Eni non abbandonerà mai la Libia”, il direttore dell‘Eni, Leonardo Bellodi, è ottimista: “Non smentiamo i problemi anche gravi, ma nessuno poteva pensare che in uno Stato nato nel XX secolo e dominato per 42 anni da un regime la situazione potesse cambiare in un giorno o in un anno, anche se tutti si aspettavano un trend più positivo — dice Bellodi —. Scosse di assestamento sono in corso in ogni Paese della Primavera araba, che abbiamo tutti appoggiato, ma in Libia la situazione è più complessa perché le istituzioni sono state del tutto annientate e ci vorrà più tempo per arrivare alla stabilità rispetto a Egitto, Algeria e Tunisia dove la macchina Stato comunque funziona». Se in questi Paesi l’Eni non ha avuto cali di produzione dal fine 2010 (Egitto: 235 mila barili di petrolio equivalente al giorno; Algeria: 78 mila; Tunisia: 14 mila), nella ex Jamahiriya le cose sono diverse. A parte il blocco di Mellitah, risolto ma a rischio di riproporsi per le proteste della minoranza tuareg, le attività hanno subito evidenti rallentamenti, pur non arrivando a chiusure di impianti come per la spagnola Repsol. Dai 273 mila barili del 2010 siamo scesi a 135 mila (30 ottobre), con un potenziale di 280 mila.
E le prospettive nel breve restano preoccupanti: il già debole governo ad interim di Ali Zeidan decadrà in febbraio e si rischia un vuoto di potere. “L’ottimismo è infatti nel medio periodo ma già ora ci sono segnali positivi — continua Bellodi — come l’accelerazione in queste ore nel mettere a punto la nuova Costituzione. Soprattutto riteniamo che l’attuale crisi, pur drammatica, accelererà la comprensione da parte di tutti in Libia che l’unica risorsa che ha oggi il Paese sono gli idrocarburi. Tali introiti potrebbero arrivare a 60 miliardi di dollari l’anno, più dei 50 miliardi stimati per il fabbisogno statale. E se le attuali rivendicazioni politiche e sociali sono comprensibili in una nazione che ricorda più l’Italia dei Comuni che i nostri Stati moderni, tutti sanno bene che senza petrolio e gas non vanno da nessuna parte.

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