Il 18 novembre si inizia con i versamenti Iva mensili e trimestrali. Il 2 dicembre è tempo di acconti Irpef, Ires, addizionali e Irap. Poi c’è l’Imu non “superata”, ovvero non riferita alla prima casa, di dicembre. Senza contare che a gennaio si comincia l’anno con la nuova Trise. Dicembre 2013 si annuncia come il mese dell’ingorgo fiscale, un calendario di appuntamenti da capogiro. Li riassume il Sole 24 Ore:
Le danze si aprono fra otto giorni, il 18 novembre, quando sarà tempo dei versamenti Iva mensili o trimestrali e della Tobin Tax sulle transazioni di ottobre. Il nostro Fisco bulimico, però, non si accontenta più dei confini nazionali, e ha cominciato a volgere gli occhi anche all’estero: sempre il 18 novembre, quindi, i proprietari di case fuori dall’Italia dovranno versare l’acconto Ivie, la cugina “straniera” (ma italianissima nell’incasso) dell’Imu, mentre per chi all’estero ha partecipazioni, titoli oppure «ogni altra attività da cui possono derivare redditi di capitale o redditi diversi di natura finanziaria» deve pagare il saldo dell’Ivafe (imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero).
Giusto un paio di settimane di pausa, poi arriva il vero D-day del Fisco 2013. Il 2 dicembre è tempo di acconti (perché il 30 novembre è sabato) per Ires, Irpef, addizionali e Irap, qui l’incertezza domina. Gli acconti di dicembre sono infatti l’ancora di salvezza di tutte le manovre messe in campo nel tentativo affannoso di «superare» l’Imu sull’abitazione principale e in quello fallito di bloccare l’aumento dell’Iva. La rata su Irpef e Ires è già cresciuta di un punto, portando al 100% l’acconto delle persone fisiche e al 101% quello delle imprese, per rimandare da luglio a ottobre l’appuntamento con l’Iva maggiorata, che si rifletterà sull’acconto da pagare il 27 dicembre. Le aliquote degli acconti potrebbero però crescere ancora, agendo in particolare sul «prestito forzoso» chiesto alle imprese e agli istituti di credito.
Dopo il trionfo delle tasse erariali del 2 dicembre, è giusto che il 16 arrivi la festa di quelle locali, di nome o di fatto. Questa volta è il turno dell’Imu non «superata», cioè quella che grava su seconde case, negozi, capannoni e così via. Per tutti ci sarà da fare i conti con le aliquote decise dai Comuni nel corso di quest’anno, che a giugno erano in larga parte sconosciute con la conseguenza che l’acconto è stato basato sui valori del 2012. Non che ora il quadro sia più chiaro: i sindaci vivono nell’incertezza (si veda l’altro articolo in pagina), e comunque hanno tempo fino al 30 novembre per chiudere i bilanci “preventivi” e fissare le aliquote.