Lo stato mette in vendita i suoi «gioielli»: nei prossimi mesi, infatti, finiranno sul mercato ben 350 immobili, per un valore complessivo di un miliardo di euro. E la lista dei beni da dismettere, tutti individuati nel corso del 2012, sarà presto divulgata, per poi conferire le proprietà, «potenzialmente, ai fondi di investimento» che cureranno le cessioni. Ad annunciarlo è Stefano Scalera, direttore dell’Agenzia del demanio, nel corso di un’audizione tenutasi ieri, in commissione finanze, a Montecitorio. Selezionate per il mercato, inoltre, 22 strutture non più utili per le finalità istituzionali del ministero della difesa .
Stessa procedura (di ricognizione) è stata effettuata per i terreni, tuttavia la messa in vendita in questo caso, sottolinea, è «condizionata dall’emanazione», da parte del dicastero dell’agricoltura, di un decreto ministeriale che deve determinare, oltre ai beni coinvolti (dello stato e degli enti pubblici nazionali), anche i meccanismi con cui saranno concretizzati il trasferimento e la locazione. Il patrimonio immobiliare pubblico, riferisce, è stimabile in 320 miliardi: riconducibile agli enti territoriali è l’80%, mentre nel caso dei terreni si tratta della quasi totalità (il 98%). La fetta di beni amministrata dall’Agenzia è pari al 15% (e ammonta a 56,7 milioni), scenario da cui si desume come l’amministrazione e l’ottimizzazione dei beni attualmente siano, dice il direttore, «caratterizzate da una elevata frammentazione di ruoli e di responsabilità».
Eppure, Scalera vanta un’attività in crescita di contenimento della spesa per locazioni passive, nell’ambito della razionalizzazione degli spazi in uso alla pubblica amministrazione: nel 2010, il risparmio cumulato era stato di 10 milioni, salito a 22,5 l’anno successivo e giunto a 37,5 nel 2012; un trend che potrebbe fruttare ulteriori, migliori risultati di taglio ai costi, poiché si stanno portando avanti altre iniziative «mediante l’acquisizione in favore dello stato, tramite permuta, di immobili di proprietà di terzi condotti in locazione dalle amministrazioni statali per le esigenze istituzionali», considerato che con la recente la conversione del decreto 35/2013 (sul pagamento dei debiti della p.a. divenuto legge 64/2013) «le operazioni di permuta sono state sottratte al divieto di acquisto di immobili da parte delle amministrazioni pubbliche» previsto per l’anno in corso dall’ultima legge di stabilità (228/2012). Per ciò che concerne, inoltre, la manutenzione degli stabili (esclusi, ministero della difesa, beni culturali, esteri per gli immobili situati in paesi stranieri, ed istituti penitenziari) per il 2013, a fronte di esigenze per circa 600 milioni, «risultano stanziati fondi per circa 107».