3 Dicembre 2025, mercoledì
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Gioielliere condannato a 14 anni e 10 mesi: in appello ridotta la pena per il duplice omicidio di Grinzane Cavour

La Corte d’Appello conferma la responsabilità di Mario Roggero, che nel 2021 uccise due rapinatori e ne ferì un terzo. Il commerciante parla di legittima difesa e attacca i giudici: “Non hanno avuto coraggio”. Ora si attende la Cassazione.

La vicenda che da oltre tre anni divide opinione pubblica e territorio piemontese ha compiuto un nuovo passo giudiziario. La Corte d’Appello ha confermato la condanna per Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour che il 28 aprile 2021 sparò a tre rapinatori in fuga, uccidendone due e ferendo il terzo. La pena, tuttavia, è stata ridimensionata: dai 17 anni inflitti in primo grado dal Tribunale di Asti si passa a 14 anni e 10 mesi di reclusione.

Una decisione che non modifica l’impianto accusatorio, ma riconosce attenuanti tali da ridurre la durata della condanna. La Corte ha confermato che la reazione del commerciante non rientrò nei confini della legittima difesa, elemento che la difesa continua a rivendicare con forza. A distanza di anni, quel pomeriggio resta scolpito nella memoria collettiva: tre rapinatori entrarono nella gioielleria di Roggero armati di pistola scenica, immobilizzarono moglie e figlia dell’uomo e tentarono la fuga con il bottino. In quei concitati secondi il gioielliere impugnò la sua arma e aprì il fuoco all’esterno del negozio.

All’uscita dall’aula, Roggero ha espresso amarezza per la decisione dei giudici. “Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza, poi vedremo cosa succederà in Cassazione”, ha dichiarato. Il gioielliere non ha nascosto la propria delusione: “I giudici non hanno avuto coraggio. È stata legittima difesa: se il rapinatore non avesse alzato l’arma non avrei sparato. Le vere vittime siamo noi. Nessuno dei familiari ha chiesto scusa per avere un figlio degenere”.

Parole dure che rispecchiano la tensione che accompagna il caso sin dall’inizio, diventato nel tempo un terreno di confronto tra chi vede nell’azione di Roggero un eccesso non giustificabile e chi, al contrario, considera il suo gesto una reazione inevitabile per proteggere sé stesso e la famiglia.

L’iter giudiziario, ora, entra nella sua fase finale. Una volta depositate le motivazioni, la difesa valuterà il ricorso in Cassazione. Sarà allora la Suprema Corte a esprimersi sull’ultimo capitolo di una vicenda complessa, in cui continuano a intrecciarsi il dramma di una rapina violenta, il confine fragile tra sicurezza e autodifesa e il difficile equilibrio della giustizia penale italiana di fronte a casi che mettono alla prova la sensibilità del Paese.

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