1 Dicembre 2025, lunedì
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Totò Cuffaro si dimette da segretario della Democrazia cristiana

L’ex governatore della Sicilia lascia la guida del partito pochi giorni dopo la richiesta di arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta su presunti appalti truccati. Il Consiglio nazionale deciderà il 20 novembre sulle sue dimissioni irrevocabili.

Totò Cuffaro ha ufficialmente rassegnato le dimissioni dalla carica di segretario nazionale della Democrazia cristiana, chiudendo così un capitolo politico segnato da tensioni e recenti sviluppi giudiziari. La decisione arriva pochi giorni dopo la richiesta di arresti domiciliari avanzata nei suoi confronti dalla procura di Palermo, nell’ambito di un’inchiesta su presunti appalti pubblici truccati.

L’ex governatore della Sicilia ha comunicato la propria scelta con una nota ufficiale, indirizzata al presidente del partito, Renato Grassi, e al segretario organizzativo nazionale, Pippo Enea. “Questa mattina ho rassegnato le mie dimissioni da segretario nazionale della Democrazia cristiana”, ha scritto Cuffaro, definendo il gesto irrevocabile. Nella stessa nota, ha voluto esprimere riconoscenza verso chi ha condiviso con lui il percorso all’interno del partito, sottolineando l’impegno profuso nel servizio politico e nella vita interna della Democrazia cristiana.

Il presidente del partito ha già fissato la convocazione del Consiglio nazionale per il prossimo 20 novembre. Sarà questo organo a esaminare formalmente le dimissioni di Cuffaro, a confermarne l’irrevocabilità e a stabilire le decisioni successive riguardanti la guida del partito.

La scelta di dimettersi giunge in un momento particolarmente delicato per Cuffaro, già coinvolto in diverse vicende giudiziarie che hanno segnato la sua carriera politica. L’indagine in corso, relativa a presunti illeciti negli appalti pubblici, ha sollevato un nuovo capitolo di attenzione mediatica e istituzionale sulla figura dell’ex governatore, accentuando la pressione sulla leadership della Democrazia cristiana.

Con la sua decisione, Cuffaro apre la strada a una fase di transizione per il partito, chiamato a ridefinire equilibri e strategie in vista dei prossimi appuntamenti politici. La sua uscita dalla segreteria segna un momento di riflessione interna, mentre il Consiglio nazionale dovrà affrontare la responsabilità di indicare il percorso successivo e garantire continuità e stabilità all’organizzazione.

In attesa dell’assemblea del 20 novembre, la vicenda di Cuffaro conferma ancora una volta il peso del contesto giudiziario nella vita politica italiana, dove le decisioni personali dei leader hanno ripercussioni immediate sull’intero partito e sullo scenario politico nazionale.

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