1 Dicembre 2025, lunedì
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Addio al Maestro Peppe Vessicchio, la musica italiana perde la sua voce più gentile

Il celebre direttore d’orchestra e volto amatissimo della televisione si è spento a 69 anni al San Camillo di Roma. La famiglia chiede riservatezza. Una vita dedicata alle note, tra Sanremo, i grandi della canzone e la passione per l’armonia.

È morto Peppe Vessicchio. Il Maestro per antonomasia, simbolo della musica colta ma popolare, se n’è andato all’età di 69 anni all’ospedale San Camillo di Roma, dove era ricoverato per una complicazione improvvisa. Secondo il bollettino ufficiale diffuso dal nosocomio, «Giuseppe Vessicchio è deceduto oggi in rianimazione a seguito di una polmonite interstiziale precipitata rapidamente». La famiglia, nel dolore, ha chiesto il massimo riserbo: i funerali si svolgeranno in forma privata.

La notizia ha lasciato un vuoto profondo nel mondo della musica italiana e nel cuore del pubblico. Perché Peppe Vessicchio non era soltanto un direttore d’orchestra: era un volto familiare, una figura rassicurante, la personificazione stessa dell’eleganza musicale. La sua presenza discreta ma carismatica ha accompagnato generazioni di spettatori, diventando un punto di riferimento, un ponte tra la tradizione e la contemporaneità.

Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Vessicchio aveva cominciato il suo viaggio nel mondo della musica con la naturalezza di chi sembra appartenervi da sempre. Pianista, arrangiatore, compositore, direttore d’orchestra: un talento poliedrico capace di attraversare i generi e di esaltare ogni artista con cui lavorava. Negli anni Settanta e Ottanta aveva collaborato con nomi che hanno fatto la storia della canzone d’autore, da Gino Paoli a Edoardo Bennato, da Peppino di Capri a Roberto Vecchioni. Con Paoli aveva firmato brani memorabili come Ti lascio una canzone e Cosa farò da grande, che portarono la sua firma musicale inconfondibile.

Ma è sul palco dell’Ariston che Peppe Vessicchio ha costruito la sua leggenda. Dal 1990 in poi, la sua figura – barba curata, bacchetta sicura, sguardo concentrato e gentile – è diventata una delle immagini più iconiche del Festival di Sanremo. Un’istituzione dentro l’istituzione. In quella kermesse, Vessicchio ha vinto quattro volte come direttore d’orchestra, dirigendo canzoni rimaste impresse nella memoria collettiva: Sentimento degli Avion Travel (2000), Per dire di no di Alexia (2003), Per tutte le volte che di Valerio Scanu (2010) e Chiamami ancora amore di Roberto Vecchioni (2011). Oltre ai trionfi, ha collezionato premi come miglior arrangiatore, conferme continue di una sensibilità raffinata e di una competenza che andava ben oltre la tecnica.

Vessicchio, però, non si è mai lasciato rinchiudere in un ruolo. Artista curioso e sperimentatore, ha lavorato con i protagonisti più diversi della scena musicale italiana e internazionale: Andrea Bocelli, Zucchero, Ornella Vanoni, Elio e le Storie Tese, Ron, Biagio Antonacci, solo per citarne alcuni. Con loro ha condiviso palchi e sale d’incisione, intrecciando mondi sonori lontani con una naturalezza che era il suo marchio. È stato applaudito anche all’estero, dirigendo orchestre nei teatri più prestigiosi, come al Cremlino di Mosca, dove curò un emozionante tributo a John Lennon.

Alla passione per la musica “classica” ha saputo unire quella per le sfide contemporanee. Emblematica la sua adesione al progetto Rockin’1000, la più grande rock band del mondo, che riunisce centinaia di musicisti in un solo, imponente abbraccio sonoro. Sempre pronto a reinventarsi, Vessicchio aveva annunciato per il prossimo anno un tour teatrale dal titolo Ecco che incontro l’anima, insieme a Ron: un viaggio musicale e intimo che oggi suona come un testamento spirituale.

In televisione, Peppe Vessicchio aveva conquistato un ruolo tutto suo: quello del musicista capace di parlare al grande pubblico senza mai semplificare. A Amici di Maria De Filippi aveva portato il rigore del conservatorio e la passione del pop, diventando un mentore amato e rispettato dai giovani artisti. Prima direttore d’orchestra nelle prime edizioni, poi giudice esterno e ospite speciale, è stato una guida discreta ma fondamentale per molti ragazzi. La sua ultima apparizione televisiva risale a poche settimane fa, proprio nella scuola di Amici, dove aveva tenuto una lezione di canto e armonia ai concorrenti.

Dietro la figura pubblica, rimane l’immagine di un uomo gentile, ironico, profondamente innamorato della musica e della vita. Peppe Vessicchio ha attraversato decenni di canzoni, palcoscenici e applausi senza mai smettere di essere se stesso: un artigiano del suono, un custode dell’armonia, un direttore capace di ascoltare prima ancora di dirigere.

Con lui se ne va una parte della colonna sonora del nostro Paese. Ma nelle note che ha scritto, nelle melodie che ha diretto e nei sorrisi che ha regalato al pubblico, resta intatta la sua lezione più preziosa: che la musica, quando è fatta con amore, non muore mai.

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