17 Novembre 2025, lunedì
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Molinari ammette il passo falso della Lega in Toscana: “Troppo ideologia, torniamo a parlare di autonomia e territorio”

Dopo il deludente risultato alle Regionali, il capogruppo del Carroccio alla Camera invita il partito a una riflessione profonda: “In Toscana molti nostri elettori non si sono riconosciuti nel messaggio lanciato da Vannacci. La Lega vince quando resta se stessa, non quando si chiude in un recinto ideologico”.

La battuta d’arresto della Lega alle Regionali toscane apre una fase di autocritica all’interno del partito. A guidarla è Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera, che non nasconde la delusione per un risultato “evidentemente non all’altezza delle aspettative”. Ma il suo intervento va oltre la semplice analisi numerica: diventa un richiamo politico e identitario alle radici della Lega.

“Dagli errori bisogna imparare e non ripeterli”, premette Molinari, che individua con chiarezza l’origine del problema. “La Lega è forte e vincente quando parla di autonomia, federalismo e territorio, quando valorizza i suoi amministratori locali e si radica nella vita quotidiana delle comunità. In Toscana questo non è accaduto, e dobbiamo chiederci perché”.

Il perché, secondo Molinari, risiede nel messaggio lanciato durante la campagna elettorale: troppo sbilanciato su posizioni ideologiche e poco aderente alla tradizione pragmatica del movimento. “In questa competizione è stato lanciato un messaggio politico di tipo ideologico, e molti dei nostri elettori non si sono riconosciuti”, spiega il capogruppo, riferendosi in modo non troppo velato al vicesegretario Roberto Vannacci, il generale che ha catalizzato l’attenzione mediatica con posizioni fortemente identitarie.

“L’errore – continua Molinari – è stato quello di proporre un messaggio da una sola parte, mentre la Lega è sempre stata un partito post-ideologico, capace di parlare a tutti: a destra, al centro e anche a sinistra, grazie alla concretezza delle sue battaglie per l’autonomia e la buona amministrazione”.

La riflessione si fa anche organizzativa. “La Toscana – osserva Molinari – aveva una sua classe dirigente, costruita negli anni, che in questa campagna elettorale è stata di fatto estromessa. È un segnale da non sottovalutare, perché la forza della Lega è sempre stata quella di valorizzare chi lavora sul territorio, non di calare decisioni dall’alto”.

Le parole del capogruppo suonano come un invito al segretario Matteo Salvini e alla dirigenza del partito a ritrovare la bussola dopo mesi di tensioni interne e di sondaggi altalenanti. “Ripartiamo dagli errori e non commettiamoli più”, conclude Molinari, ribadendo che la Lega “deve tornare a essere la voce dei territori e dei cittadini, non il megafono di un messaggio ideologico”.

Un messaggio che sa di ritorno alle origini: meno bandiere identitarie, più pragmatismo; meno ideologia, più territorio. Perché, come ricorda Molinari, “la Lega vince quando resta se stessa”.

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